Covid-19, in Puglia la peggiore settimana post lockdown mentre a Roma prima iniezione di vaccino

Dal 17 al 23 agosto nella nostra regione si sono registrati 167 casi positivi, mentre allo Spallanzani partono i test sull’uomo

lunedì 24 agosto 2020 11.41
A cura di la redazione
Quella appena andata in archivio è stata la peggiore settimana dalla fine del lockdown per quanto riguarda i contagi da Covid-19 coronavirus in Puglia. La nostra regione, fra 17 e 23 agosto, ha fatto registrare 167 casi positivi al Sars-Cov-2, con una punta di 35 positività riscontrate nella giornata del 21 agosto; al "secondo posto" figurano i 33 contagi accertati ieri. Il contatore dei casi attualmente positivi è fermo a quota 467; il 23 agosto l'ultimo aggiornamento.

Sul bilancio in negativo della Puglia, esattamente come per il resto d'Italia, pesano i rientri dalle vacanze e i flussi turistici: la maggior parte dei casi positivi è relativa ad arrivi da Malta, Grecia e Spagna, e nelle ultime ore anche dall'Albania. I dipartimenti di prevenzione delle Asl provinciali sono al lavoro per tracciare i contatti stretti e circoscrivere eventuali cluster originati da turisti e vacanzieri di ritorno. Anche nelle strutture sanitarie regionali sono attive postazioni di triage, che in diversi casi hanno accertato delle positività prima dell'ingresso in ospedale.

La Regione Puglia, fin dal 3 giugno (giorno della fine del lockdown fra regioni) ha istituito l'obbligo per tutti coloro che arrivano di autosegnalarsi sul portale Puglia Salute (qui il link), e negli scorsi giorni ha anticipato il governo nazionale istituendo l'obbligo di quarantena di 14 giorni per chi rientra da Malta, Grecia, Spagna e Croazia, con possibilità di interromperla solo in caso di tampone negativo, da eseguire dopo 72 ore dal rientro per accertare l'eventuale carica virale al suo massimo grado. Dal 17 agosto, in tutta Italia, vige l'obbligo di mascherine nei luoghi pubblici dalle 18 alle 6, dove le condizioni non permettano di mantenere il distanziamento di almeno un metro.

Un piccolo, ma significativo e importante, segnale di speranza arriva dall'istituto infettivologico Spallanzani di Roma, dove questa mattina è ufficialmente partita la sperimentazione sull'uomo del vaccino Covid-19 studiato in Italia. Per la realizzazione del vaccino e per l'avvio della fase sperimentale umana sono stanziati 8 milioni di euro: 5 milioni a carico della Regione Lazio, trasferiti allo Spallanzani, e 3 milioni a carico del Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica. Il vaccino è realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera di Castel Romano.

«A noi interessa che il vaccino sia efficace. Se tutto avviene nei tempi programmati il nostro auspicio è che sia prodotto in primavera - ha detto il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia all' Ansa. Il primo volontario a cui stamattina è stata inoculata la dose di vaccino verrà tenuto in osservazione per 4 ore da una equipe, poi tornerà a casa e verrà monitorato per 12 settimane. Mercoledì proseguiremo con altri due volontari e così a seguire tutti gli altri fino a 24 settimane. Poi se tutto andrà bene ci saranno la seconda e la terza fase di sperimentazione che probabilmente faremo in un paese dell'America Latina dove il virus è in crescita».