Consorzio ASI Bari, la Corte dei Conti condanna Emiliano: «Licenziamento illegittimo»

L'attuale governatore dovrà risarcire 15.000 Euro insieme ad altri quattro componenti dell'allora CdA

domenica 25 novembre 2018 12.23
L'attuale governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, è stato condannato in appello, confermando la sentenza di primo grado, dalla Corte dei Conti a risarcire il consorzio ASI Bari, di cui è stato presidente, per il licenziamento dell'ingegner Giuseppe Spadavecchia, dirigente allontanato due volte e poi sempre reintegrato.

La CdC ha stabilito un risarcimento di 61.618,48 euro, che il governatore dovrà dividere con altri quattro componenti dell'allora CdA del consorzio per lo sviluppo industriale, l'ex commissario, Raffaele Matera, Paolo Bevilacqua, Nicola Pice e Giuseppe Rana. Ognuno, quindi, dovrà scucire 15.404,62 euro ciascuno, oltre a 272 euro di spese legali.

La sentenza risale allo scorso 23 maggio, ma soltanto quattro giorni fa è stata pubblicata da La Gazzetta del Mezzogiorno.

I fatti risalgono al 2007, quando Spadavecchia venne licenziato due volte nel giro di pochi mesi. Oggetto della discorda un appalto per lavori riguardanti la costruzione di alcuni rustici industriali e servizi in zona industriale di Modugno. Il 9 marzo Matera invia la lettera di licenziamento nei confronti di Spadavecchia, a seguito del contenzioso fra ASI e Ati srl Edilizia integrale e Valsie. Il giudice del Lavoro, però, dà ragione al ricorso di Spadavecchia, che viene così reintegrato.

Nel frattempo, Emiliano (allora sindaco di Bari) subentra a Matera alla guida del consorzio ASI, e il 6 agosto il CdA decide il nuovo licenziamento di Spadavecchia, comunicato il 23 dello stesso mese. Stavolta il giudice del Lavoro respinge il ricorso, accolto però dal Collegio, che stabilisce il nuovo reintegro di Spadavecchia, giudicando «Pretestuoso e strumentale» il licenziamento.

Si arriva così alla sentenza di primo grado della Corte dei Conti, datata 23 dicembre 2014. Matera viene condannato per il primo licenziamento a versare 42.233,77 euro, mentre gli altri quattro (compreso Emiliano), vengono condannati per danno erariale a versare il risarcimento di 61.618,48 euro. L'accusa regge anche in secondo grado, e la sentenza di appello conferma quanto stabilito in primo grado.