Comunali Bari 2019, per l'antimafia ci sono due impresentabili

Si tratta di un candidato con la lista civica "Di Rella sindaco" e un candidato dei "Pensionati e Invalidi Giovani Insieme"

giovedì 23 maggio 2019 23.20
La Commissione Parlamentare Antimafia ha dichiarato due candidati alle prossime amministrative di Bari come "impresentabili". Stando a quanto si può leggere nel bollettino pubblicato oggi (anche se la bozza non risulta ancora corretta) i candidati sotto accusa sono Francesco Lezzi della lista civica "Di Rella sindaco" e Annunziata Mega dei "Pensionati e Invalidi Giovani Insieme" che sostiene Francesco Corallo.

Lezzi è considerato impresentabile: «per la legge Severino, ai sensi dell'articolo 10, comma 1 lettera a), avendo riportato una condanna definitiva dal GUP presso il Tribunale per i minorenni di Bari in data 23 marzo 2009 (irr. 13 aprile 2010), per detenzione e vendita illecita di sostanza stupefacenti – articolo 73 comma 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 – commesso il 25 maggio 2006 in Bari alla pena di mesi 6 di reclusione e 1.400 di multa, concesse le attenuanti generiche, minore età ai sensi dell'articolo 98 c.p., operata la diminuente per il rito abbreviato, pena sospesa; non conforme al codice di autoregolamentazione in quanto sottoposto a misure di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di anni 1 e cauzione di euro 1.000».

Mega, invece, come si può leggere: «risulta incandidabile per la legge Severino (articolo 10 comma 1 lettera e), coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva ad una pena non inferiore a 2 anni di reclusione per delitto non colposo) in quanto, tra le 9 sentenze di condanna e sentenze di applicazione su richiesta delle parti, oltre a provvedimenti di cumulo, risultano rilevanti almeno due condanne: sentenza della Corte di Appello di Lecce del 16 marzo 1993 (irr. 10 gennaio 1994) di condanna per ricettazione continuata, commessa 17 luglio 1989 alla pena di anni 4 di reclusione e lire 4.000.000 pari ad euro 2.065,83 di multa; condonata la multa e anni 2 di reclusione; sentenza della Corte d'Appello di Lecce del 27 ottobre 1999 (irr. 6 novembre 2000) di condanna per ricettazione commessa il 5 luglio 1989, alla pena di anni 2 di reclusione e lire 2.000.000 di multa pari ad euro 1.032,91».

In sospeso la posizione di un altro soggetto perché non è ancora stata esercitata l'azione penale, in quanto è stata formulata la richiesta di rinvio a giudizio dalla Procura per i reati di cui agli artt. 110, 319, 319 bis e 321 c.p., con udienza fissata davanti al Gup il 3 luglio 2019, mentre per un altro candidato la pena inflitta risulta interamente condonata e sono in corso ulteriori verifiche ai fini dell'applicazione della legge «Severino».