Bosch, la crisi nascosta e i dipendenti "ricattati"

Gli operai dello stabilimento barese continuano ad essere vessati dall'azienda: «I sindacati dovrebbero farsi rispettare»

lunedì 4 giugno 2018 17.58
A cura di Elga Montani
La situazione dello stabilimento Bosch di Bari continua a creare disagio ai dipendenti, "ricattati" con lo spettro del licenziamento e costretti a subire le angherie di un'azienda che tiene il coltello dalla parte del manico, Dopo l'accordo dello scorso ottobre, firmato da tutte le sigle sindacali eccezion fatta per UGL, che permette all'azienda di tenere a sua disposizione 29 giorni di ferie dei dipendenti sui 35 spettanti obbligando i lavoratori a turni assurdi in una sorta di "cassa integrazione" fai da te che porta vantaggi solo ai vertici, l'azienda ha iniziato a sfruttarlo per far lavorare gratis i dipendenti nel fine settimana.

Il problema di fondo è una crisi strutturale della Bosch di Bari, con in un certo qual modo "troppi dipendenti" e poco lavoro. E così si finisce per stare in cassa integrazione di lunedì e poi lavorare di domenica "gratis" o di sabato a banca ore. In questo modo l'azienda spende meno in quanto le ore del turno valgono come tempo da prendere per ferie e permessi. Un modo per guadagnare soldi per l'azienda, a discapito dei dipendenti che sono sempre più stanchi della situazione. Una crisi invisibile, di cui poco si parla ormai, ma che pesa sugli operai e sulle loro famiglie.

«Non sappiamo cosa fare per far rispettare i nostri diritti - ci dicono alcuni dipendenti - è ovvio che dovrebbero prima di tutto farsi rispettare i sindacati».