Bimbo morto a Bari: «Nessun elemento che colleghi episodio a giochi online»

Lo ha dichiarato il procuratore minorile De Salvatori, intanto sono stati sequestrati tutti i dispositivi elettronici presenti in casa

martedì 26 gennaio 2021 11.43
A cura di La Redazione
«Al momento non abbiamo elementi che colleghino questo episodio a giochi online, ma sicuramente c'è un problema con questi giochi». È quanto dichiarato dal procuratore minorile di Bari, Ferruccio De Salvatore, in merito al dramma consumatosi nella serata di ieri nel quartiere San Girolamo di Bari.

Le indagini proseguono a tutto campo, e anche se al momento l'ipotesi più accreditata sarebbe quella del suicidio, la pm di turno, Angela Maria Morea, ha disposto il sequestro di tutti i dispositivi elettronici presenti all'interno dell'abitazione del bambino. Aperto un fascicolo per "istigazione al suicidio" anche se gli inquirenti parlano di "atto dovuto".
«Questi giochi - aggiunge De Salvatore - prima il Blue whale, poi Momo e adesso TikTok, possono essere molto rischiosi. Noi dobbiamo tener conto che, con riferimento a determinate fasce di età, lo spirito di emulazione è molto forte. Il problema c'è ed è stato esasperato dalla pandemia, perché molti giovani, soprattutto adolescenti, si sono rinchiusi in sé stessi e sono diventati aggressivi con sé stessi e gli altri. Sono aumentati i casi di cutting, cioè il taglio degli arti con lamette, e i tentativi di suicidi che coinvolgono fasce d'età sempre più basse».

E non mancano anche le prime prese di posizione politiche. «Dopo il caso di Palermo - ha commentato in una nota Licia Ronzulli, presidente della commissione parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza - a Bari un altro bambino, di solo 9 anni, si è suicidato con una corda al collo. La magistratura sta indagando, e ha sequestrato tutti i dispositivi informatici a cui il minore aveva accesso, per capire se ancora una volta siamo davanti a una tragedia dovuta alle assurde challenge a cui i bambini partecipano sui social. Se così fosse la situazione sarebbe ancor più allarmante di quanto si sospettasse e non ci sarebbe alcuna alternativa alla chiusura, almeno temporanea, delle piattaforme su cui queste sfide hanno luogo».