Bari si unisce alle proteste per la morte di George Floyd

Si terrà domani a partire dalle 11 un corteo antirazzista per le vie del centro, partenza da piazza Umberto

venerdì 5 giugno 2020 14.54
In tutto il mondo si sta guardando con preoccupazione a quanto sta accadendo negli Stati Uniti in seguito alla morte dell'afroamericano George Floyd, ucciso durante un arresto da un poliziotto. E anche Bari vuole essere al fianco di chi protesta per un mondo giusto e in cui non debbano più verificarsi eventi del genere, legati ad u razzismo spesso nemmeno latente. Per questo domani mattina, partendo da piazza Umberto alle 11, si svolgerà in città un corteo antirazzista fortemente voluto da Studenti Stranieri Università di Bari, Link Bari, Zona Franka e Unione Studenti Bari.

«Crediamo fortemente che per avere un vero cambiamento servono tutte le forze come spesso si dice "Together we are strong" - scrivono gli organizzatori - L'antirazzismo non è una lotta tra neri e bianchi, piuttosto una battaglia per la civiltà. Dobbiamo poter dire "Black Lives Matter" perché possiamo dire "White Lives matter", "Yellow lives matters" e quindi "Any Human Beings Lives Matter"».

«Lanciamo un appello affinché vengano riconosciute le responsabilità della segregazione razziale e del razzismo istituzionalizzato, dagli Stati Uniti all'Italia - scrivono in una nota da Link Bari - organizzazioni e singoli che vedono l'antifascismo e l'antirazzismo come valori fondamentali nella vita di ognuno di noi non possono rimanere a guardare, dobbiamo attivarci. Non si tratta né di un solo omicidio né di casi isolati. Ciò che il movimento sta dicendo al mondo è che "Il razzismo è sistemico. Le sue esplosioni non sono incidenti isolati" per citare Angela Davis Sono infatti razziste e mafiose lo sfruttamento e le morti dei braccianti nel foggiano in tutti i posti del nostro Paese in cui avvengono, figlie di una politica che si gira dall'altra parte quando ad essere messa a repentaglio è una vita di un altro colore. È razzismo l'ingiustizia della mancanza dello Ius Soli in Italia, che impedisce da decenni a tutti i bambini e le bambine nati qui da genitori stranieri di vivere un'infanzia e un'adolescenza alla pari dei loro coetanei, mettendogli già un'etichetta burocratica alla nascita. Ascoltiamo chi ha reso la lotta allo stato di oppressione un movimento di emancipazione per una comunità intera: lottare contro gli oppressori per ribaltare i privilegi acquisiti solamente per condizioni di nascita significa praticare giustizia sociale per tutti, questa è l'unica pace possibile per tutti i popoli. Lottiamo affinché la politica e le istituzioni riconoscano pari dignità sociale a tutti e tutte».