B&B abusivo e strutture in area a vincolo paesaggistico, quattro indagati in provincia di Bari

Il sequestro sul litorale a sud di Bari, e più precisamente in località "Pietra Egea" del Comune di Polignano a Mare, di un terreno di circa 13.000 metri quadri

sabato 1 maggio 2021 14.12
Dal 1° marzo 2021 al 31 marzo 2021, sotto il coordinamento nazionale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell'Interno, si è svolta l'operazione globale ambientale denominata "30 days at sea 3.0".
Nell'ambito della giurisdizione della Direzione Marittima di Bari, l'operazione condotta dal personale della Guardia Costiera del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale ha consentito, grazie ad una capillare attività investigativa e alle tecniche di polizia giudiziaria utilizzate, di accertare gravi retati ambientali in danno dell'ecosistema marino-costiero.

Tra le operazioni più rilevanti il sequestro sul litorale a sud di Bari, e più precisamente in località "Pietra Egea" del Comune di Polignano a Mare, di un'area di circa 13.000 metri quadri, ubicata in area sottoposta a vincolo paesaggistico. Il sequestro preventivo, operato su disposizione del GIP del Tribunale di Bari, si è reso necessario a seguito dell'accertamento di reati in campo edilizio, demaniale e paesaggistico. In particolare è stata accertata la presenza di una struttura abusiva di circa 600 mq. composta da tre mini-appartamenti, utilizzata quale bed and breakfast, di strutture precarie adibite a servizi igienici e deposito, piazzali, docce, un varco di accesso al mare, muri di recinzione con inserti di cemento e persino un vero e proprio "ecomostro" costituito da un bunker seminterrato in cemento armato di circa 500 mq. Il tutto realizzato a pochi passi dal mare senza alcun titolo edilizio ma, al fine di tentare di eludere i controlli, falsificando materialmente diversi Permessi di Costruire, nonché un'Autorizzazione ai sensi dell'articolo 55 del Codice della Navigazione.

Quattro i soggetti iscritti nel registro degli indagati, tra cui i due proprietari dell'area, il legale rappresentante della Società che gestisce la struttura ricettiva, e l'ex tecnico di fiducia che si ritiene sia l'autore materiale delle false autorizzazioni edilizio-amministrative.