Accordo con Emiliano? Il M5s si spacca. I consiglieri di Bari attaccano: «Non ne usciremmo integri»

Continua il dibattito interno ai pentastellati. Dal capoluogo: «Non accetteremo che i portavoce si incontrino con il centrosinistra senza delega»

martedì 1 dicembre 2020 9.43
Accordo sì o accordo no? Il Movimento 5 stelle pugliese è spaccato a metà sulla possibilità di accettare o meno un accordo con Michele Emiliano ed entrare nella giunta regionale. Nelle scorse ore quattro consiglieri regionali pentastellati (Casilli, Barone, Di Bari, Galante) hanno incontrato il presidente per definire il cronoprogramma degli interventi da realizzare.

I consiglieri comunali di Bari in quota Movimento 5 stelle, però, non ci stanno, e attaccano i "colleghi" in Regione: «Nessun attivista conosceva la trattativa in corso tra Casilli, Barone, Di Bari, Galante ed Emiliano nonostante nei giorni scorsi abbiamo cercato un dialogo con il reggente Vito Crimi affinché ascoltasse gli attivisti Pugliesi sulla pericolosità che comporterebbe qualsiasi tipo di accordo», scrivono in una nota i consiglieri comunali pentastellati Antonello Delle Fontane, Alessandra Simone e Italo Carelli.

I tre sono certi che un'intesa con Emiliano lascerebbe degli strascichi: «Abbiamo ascoltato gli attivisti, i nostri elettori e possiamo affermare con certezza che il Movimento 5 Stelle non uscirà integro da questo accordo, c'è bisogno di chiarezza e di coerenza, elementi che, con la nomina di Casilli a vicepresidente del consiglio regionale pugliese, vengono a mancare, determinando la perdita di fiducia degli elettori pugliesi».

«Non accettiamo - proseguono i tre pentastellati baresi - che la risposta al nostro invito rivolto a Crimi, rafforzato da una raccolta firme spontanea tra attivisti e simpatizzanti, sia arrivata dalle ultime dichiarazione di Emiliano in consiglio regionale, che hanno fatto chiaramente riferimento a un accordo già preso tra M5S e centrosinistra e che ha portato Casilli a essere eletto vice presidente del consiglio regionale in quota al centrosinistra».

In conclusione, Delle Fontane, Simone e Carelli tornano a sbattere i pugni: «Nel M5S i portavoce sono delegati dalla base, dagli attivisti, dai cittadini e non accettiamo che alcuni portavoce del Movimento 5 Stelle si incontrino con esponenti del centro sinistra in cerca di un accordo senza alcuna delega, dimenticando le 23 condanne per voto di scambio politico mafioso collegate a un candidato a sostegno di Michele Emiliano nel 2015. Le indagini ancora in corso su candidati eletti anche in questa consiliatura, gli aumenti di stipendi ai dirigenti Asl, le nomine in Aqp e Arpal; non accettiamo che questo trasformismo sia figlio di un processo non partecipato, non trasparente e non coerente con gli impegni presi con oltre 200mila pugliesi, appena due mesi fa, che oggi si sentono giustamente traditi».