A Bari parte il processo ai militanti di Casapound, presidio antifascista all'esterno del tribunale

I giudici si esprimeranno sull'aggressione avvenuta nel settembre 2018 durante una manifestazione. Le associazioni: «Applicare legge Scelba»

lunedì 12 ottobre 2020 16.59
Inizia oggi il processo contro gli esponenti dell'organizzazione di estrema destra Casapound, ritenuti responsabili di un'aggressione ai danni di un gruppo di manifestanti nel settembre 2018 che si trovavano a transitare da via Eritrea, dove sede di Casapound Bari.

All'esterno del tribunale penale di via Dioguardi è stato allestito un presidio da parte del coordinamento antifascista di Bari (Anpi Bari, Arci Bari, CGIL Bari, Libera Bari "Presidio Luigi Fanelli", Unione degli Studenti Bari, Link Bari e Zona Franka).

«Due anni fa, a termine di un corteo antifascista contro la presenza dell'allora Ministro dell'Interno Matteo Salvini, partì una squadraccia fascista dalla sede di Casapound in via Eritrea che, armati di mazze e catene, inseguì e aggredì dei manifestanti antifascisti - si legge in un comunicato dello stesso coordinamento. Un'aggressione ben organizzata e premeditata, che riportava indietro di anni e indice della legittimazione e del senso di impunità che i gruppi neofascisti avevano in quel momento. Dopo la chiusura immediata di quella sede, è iniziato il processo per tutti i militanti di Casapound Bari: per uno dei pochissimi casi nella storia della nostra democrazia, si chiederà l'applicazione della legge Scelba per riorganizzazione del disciolto partito fascista. A questo processo si costituiranno parte civile il Comune di Bari, la Regione Puglia e l'Anpi stessa, a ricordare che la violenza fascista non colpisce solo singoli, ma un'idea di libertà collettiva e con essa tutta la cittadinanza».

Dichiarano le associazioni: «Saremo in presidio di fronte al Tribunale per ricordare che l'antifascismo è la base su cui è stata scritta la nostra costituzione ed è una pratica quotidiana: dei singoli, delle organizzazioni sociali, ma soprattutto delle istituzioni democratiche. È la base su cui è stata scritta la nostra costituzione. Vogliamo esprimere solidarietà e vicinanza alle vittime di quella brutale aggressione e agli antifascisti che sono stati coinvolti nel processo come imputati».

Eleonora Forenza, ex eurodeputata e vittima dell'aggressione del 2018, scrive: «La sentenza ad Alba dorata ci consegna un testimone importante. Oggi che le nostre denunce arrivano in tribunale, ci costituiremo parte civile. Fuori dal tribunale continueremo a chiedere lo scioglimento di Casapound».