SSC Bari, parla Vicari: «Confermarsi è sempre più difficile. Noi ci mettiamo determinazione»

Il difensore biancorosso: «Siamo una squadra con valori importanti, non possiamo cambiare la nostra mentalità»

martedì 10 gennaio 2023 15.08
A cura di La Redazione
Si avvicina il rientro in campo per la SSC Bari, che dopo la pausa post-natalizia il 14 gennaio ospiterà il Parma al San Nicola per la prima di ritorno del campionato di serie B.

A fare il punto in casa biancorossa è stato Francesco Vicari, che ha preso la parola nella conferenza stampa di metà settimana: «Siamo una squadra con valori importanti, tecnici e mentali. Se cambiamo la nostra mentalità, se abbassiamo la guardia, diventa tutto più complicato. Ci sono squadre più brave tecnicamente, noi dobbiamo metterci motivazione e determinazione. Abbiamo dimostrato di giocarcela con tutti, i fatti parlano; riconfermarsi però è sempre più difficile. Dobbiamo lavorare con la voglia di migliorarci, anche se sappiamo che non è facile».

Per Vicari grandi prestazioni nel girone d'andata, dopo un periodo di acciacchi fisici: «Quando hai continuità è normale che gli aspetti fisico e mentale ti aiutino a fare prestazioni importanti. Crescono autostima, sicurezza e livello fisico. Ci alleniamo ogni giorno per alzare il nostro livello fisico, mentale e tecnico; la crescita è costante fino a fine anno, lavoriamo per cercare di arrivare al livello più alto».

Parlando di sé e dei suoi compagni di reparto, il difensore dei galletti aggiunge; «Io sono a disposizione dell'allenatore. Il calcio è talmente moderno che non cambia molto giocare a tre o a quattro dietro. Con intelligenza e voglia si può fare qualsiasi cosa. Con Di Cesare abbiamo un bellissimo rapporto, riusciamo a confrontarci in allenamento, durante e dopo la partita. Più si gioca insieme, più si limano delle cose. Zuzek? È un giocatore forte. Non è facile per chi viene da un campionato diverso e parla una lingua diversa; ti rapporti con cose diversa da quelle a cui sei abituato. Ci vuole tempo, ma come valore non si discute».

In vista della sfida al Parma, il difensore biancorosso commenta: «Stiamo lavorando per essere al meglio possibile sabato. Incontriamo una squadra forte, hanno ritrovato un organico al completo e già quello ci mette preoccupazione in più. Rendimento interno? A volte incidono le casualità; a fine anno vedremo i risultati».

Tanti i goal evitati, ma ancora nessuno segnato nelle porte avversarie per Vicari: «Non ho mai avito grande confidenza con il goal, ma sto cercando di lavorare anche su quello perché so che le reti da palla inattiva possono essere importanti per sbloccare la partita e portare a casa dei punti. Cosa chiedo all'anno nuovo? Che vada meglio del vecchio. Spero di partire subito forte per avere la mentalità giusta con cui approcciare il girone di ritorno. Mi auguro di partire forte con il Parma e fare una buona gara. Il goal che potevo evitare? Quello preso dal Frosinone, è stato all'ultimo minuto e so che potevo fare molto meglio».

Parlando dell'avversario che l'ha impressionato maggiormente nel girone d'andata, Vicari rivela: «A oggi ho visto il Pisa molto inquadrato. Hanno fatto fatica all'inizio, forse non c'era affinità tra di loro, ma contro il Bari ho visto una squadra forte, con valori, aggressiva e affamata. Mi hanno fatto una bella impressione. Il campionato è equilibrato, tutti hanno un organico forte e c'è equilibrio; te la giochi con tutti, è veramente complicato».

Tornando sulla sia del 26 dicembre con il Genoa, il difensore biancorosso spiega: «Ognuno di noi vorrebbe vincere sempre, ma ogni partita è a sé. A volte dipende anche dal caso. Con il senno di poi, più lucidità ti fa fare meno errori, ma sfido chiunque a non essere carico ed euforico davanti a 50mila persone; ci può stare. Dobbiamo migliorare anche questa cosa qui, ma anche con il Genoa abbiamo fatto un'ottima partita. Giocare davanti al grande pubblico provoca delle sensazioni molto personali; c'è a chi dà energia, c'è chi invece la accusa e ha più tensione. A me è sempre piaciuto, più gente c'è più ti senti un giocatore importante. Con poche persone ti senti poco amato e rispettato; è una bella sensazione giocare davanti a 50mila tifosi, anche se non è mai facile perché vorresti sempre accontentarli e se non ci riesci ti dispiace molto di più».