Mignani alla vigilia di Bari-Reggina: «Vogliamo vincere. Playoff questione di testa»

Il tecnico ha parlato in conferenza stampa prima della sfida agli amaranto

venerdì 12 maggio 2023 13.23
A cura di Gianluca Battista
«Speriamo di vincere contro una squadra che ha avuto buona partenza e che ora sta tornando. Questa settimana abbiamo obiettivi diversi: fare punti, preservare gli acciaccati e poi guardare ai diffidati. Domani dobbiamo vincere e se un diffidato verrà ammonito, salterà la prossima, quella in cui faremo determinati ragionamenti».

Parola di Michele Mignani, in conferenza stampa, alla vigilia del match che opporrà il Bari alla Reggina al San Nicola nel pomeriggio di sabato 13 maggio.

FOLO E MAIELLO
«Gestione Folo e Maiello differente - ha spiegato -. Con Maiello abbiamo deciso di prenderci un'altra settimana per averlo al meglio, non ha senso esporlo domani a possibili ricadute. Per Folorunsho è diverso, questa settimana ha lavorato con noi ed è a disposizione».

PERCORSO INASPETTATO
«Abbiamo provato con tutte le nostre forze a tenere il ritmo del Genoa - è stata l'ammissione di Mignani -, facendo il massimo, ma non ci siamo riusciti. Quello inaspettato però era il nostro percorso, non quello loro. Non è corretto parlare di rammarico, perché ad oggi la squadra ha dato tutto quello che aveva. Ora dobbiamo solo pensare ad arrivare terzi e dobbiamo vivere questa fase finale con consapevolezza, perché abbiamo ancora possibilità di entrare in A da quella porta».

IN VISTA DEI PLAYOFF
«Posso solo rimarcare costantemente al gruppo che dobbiamo essere noi a ragionare come i ciclisti che riagguantano una fuga a pochi chilometri dall'arrivo, non come quelli riacciuffati. Adesso - ha continuato Mignani - sappiamo che ce la possiamo giocare con tutti, prima finendo il campionato con queste due partite, ma poi manteniamo alto il livello di concentrazione. Non ho pensieri invece sull'avversaria dei playoff che preferisco. Se vuoi primeggiare, non devi averne di questi pensieri. La testa fa tutto. Pensiamo ad arrivare terzi. Sulla testa devo essere bravo a lavorare, vantaggio o non vantaggio ai playoff, dobbiamo pensare che ce la siamo giocata con tutti. Il resto è psicologia ed io voglio pensare ad un rettangolo verde».

QUESTIONE REGISTA
«Doppio play? Vedremo. Quel ruolo - ha rimarcato ancora una volta il tecnico ligure - lo può fare Maita in un modo e Benali in un altro. So che c'è possibilità di giocare e far bene anche senza Maiello».

LE CRITICHE
«Le critiche le vivo serenamente. Faccio un mestiere sotto gli occhi di tutti, stampa e tifosi, e so bene che da fuori è tutto più facile che da dentro. Guardo tutti gli allenamenti e scandaglio le condizioni dei giocatori ed a volte faccio scelte. Giuste o sbagliate si sa sempre a posteriori. Sono scelte che nella mia testa hanno una logica, a volte confrontandomi con i miei collaboratori, a volte no. Ciò di cui non si tiene conto è che ogni settimana affrontiamo avversario che vuole a sua volta metterci in difficoltà. Voglio solo che i miei giocatori escano dal campo pensando di aver dato il massimo. Sì, a volte mi fermo a pensare se ho fatto bene o ho fatto male, ma importante è che ognuno di noi dia il meglio di se stesso».

IL RAPPORTO CON UNA PIAZZA STUPENDA
«Per me è un piacere vivere calcio e allenare in questa piazza - è stata la dichiarazione del mister ad una città intera -. Non è da poco che vivo nel mondo del calcio, però penso che questo squilibrio nel modo di pensare che si ha a Bari tra una vittoria ed una sconfitta, è frutto del troppo amore. E l'amore non deve avere limiti. Dobbiamo fare il massimo e avere la coscienza limpida verso questa gente, che come minimo è venuta in 20mila, poi in 30, 40 o 50mila. Loro ci danno sempre forza e non ci tolgono nulla».

AUTOANALISI
«La cosa più difficile è giudicarsi da soli - ha quindi ammesso Mignani -. Lo scorso anno ero forse al posto giusto nel momento giusto ed è probabilmente successo anche quest'anno. I meriti di un allenatore va di passo con la struttura che ha intorno. Sto vivendo un percorso di crescita e uno come me può migliorare di partita in partita. Devo forse rischiare qualcosa in più, ma penso che l'equilibrio sia anche una delle mie doti, sia nel modo di ragionare che nel modo di mettere in campo la squadra».