Bari, il bello inizia adesso

I biancorossi non sono favoriti nei playoff, ma hanno qualità per giocarsela con tutti

sabato 19 maggio 2018 9.55
A cura di Riccardo Resta
La prima parte, quella più difficile perché marchiata dalle stimmate dell'obbligatorietà, è fatta: il 2-0 contro il Carpi nell'ultima giornata della regular season consegna al Bari il sesto posto in classifica e la possibilità di giocarsi il quarto di finale contro il Cittadella al San Nicola (26 maggio, ore 18), con l'ulteriore vantaggio di potersi accontentare anche di un pari al 120'.

L'ostacolo più duro è alle spalle: tra alti e bassi, non sempre convincendo, Grosso ha portato la squadra ai playoff, il vero obiettivo stagionale che non è mai veramente sembrato in discussione per il galletto. Adesso ci si può divertire, con la consapevolezza che ogni cosa che verrà da questo momento in poi è tanto di guadagnato.

Già, perché è difficile pensare al Bari come la favorita nel lotto di questi spareggi promozione. Innanzitutto perché se è vero che la classifica finale dopo 42 giornate non è la tavola della legge, è altresì vero che preziose indicazioni sui valori in campo le può offrire. In pole position sembra partire il Frosinone, che fino a 1' dalla fine della stagione regolare era in Serie A, beffato solo sul gong dal pari del Foggia ormai tranquillo a beneficio del Parma. La squadra di Moreno Longo, già lo scorso anno fermatasi in finale, affronterà gli spareggi promozione con la rabbia di un pericoloso leone ferito, a cui sono garantiti tutti i vantaggi che spettano alla terza classificata.

La classifica finale ha detto che davanti al Bari parte anche il Palermo, fermatosi a -1 dalla seconda piazza e che, proprio prima della partita contro il galletto, si è affidato a Roberto Stellone in panchina. A pari punti con il Bari ha finito il Venezia di Pippo Inzaghi, che nonostante una fisiologica flessione finale si è reso artefice di una stagione di grande livello, contraddistinta da una continuità mentale che al Bari invece è spesso mancata.

Ci sono, quindi, almeno tre formazioni favorite sui biancorossi per la promozione. Occhio, però, a prendere i pronostici per oracoli. La recente partita di Parma ha ricordato una volta di più che il Bari ha qualità e spunti sufficienti ad affrontare ogni avversaria con la consapevolezza di poterla battere. Una sensazione che si è avuta anche a Palermo, dove Grosso e i suoi hanno strappato un pareggio importante tra mille traversie, e in generale anche in altri scontri diretti: con il Frosinone uscito sconfitto dal San Nicola, per esempio, ma anche nelle sfortunate gare contro Venezia in casa ed Empoli fuori casa.

Dalla sua il Bari ha anche la legge dei grandi numeri: da sfatare c'è la "cabala" del terzo posto, che nella storia dei playoff ha fatto quasi sempre rima con promozione in A, tranne che per il caso della Sampdoria, che nel 2011/2012 da sesta andò a vincere gli spareggi per il salto di categoria.

Qualità individuali così come di squadra e ampia possibilità di scelta non mancano a Grosso, che dalla partita di ieri si vede consegnare un Brienza capace di illuminare con il suo infinito talento, e un Galano finalmente uscito dal tunnel delle brutte prestazioni e della lontananza dal goal.

Nel post gara il tecnico ha predicato calma e invitato a vivere questa nuova avventura con la spensieratezza di chi sa di non avere nulla da perdere. Il bello, quindi, arriva adesso: quando il gioco si fa duro e le partite contano davvero, il pubblico di Bari raramente tradisce. Ci sono ampi margini per augurarsi un massiccio ritorno allo stadio del popolo biancorosso dopo una stagione in cui l'affetto del tifo per la squadra è stato insolitamente tiepidino.

Scongiurato almeno per ora il pericolo penalizzazione (in attesa che il tribunale federale si pronunci il 1 giugno), senza l'obbligo di riuscirci a tutti i costi (per le ragioni che abbiamo enunciato sopra) e potendo contare su uno stadio che sa infiammarsi al momento giusto, il Bari diventa la vera e propria mina vagante del mini torneo che inizierà sabato prossimo. E, c'è da scommetterci, chiunque incontrerà Grosso e la sua banda sul suo cammino non potrà di certo dirsi felice. Il bello arriva ora: godiamocelo.