Vertenza Auchan-Conad, lavoratori di Modugno e Casamassima in sciopero

Miccoli (Filcams Cgil): «Situazione non chiara, gruppo acquirente non garantisce stabilità occupazionale e gestione univoca»

mercoledì 30 ottobre 2019 12.04
A cura di Riccardo Resta
Non trova soluzione la vertenza per il passaggio dei centri commerciali a marchio Auchan in Italia al gruppo Conad. La trattativa ha subito un pesante rallentamento nell'ultimo mese, e la situazione dei lavoratori è sempre più in bilico. In queste ore è in corso un incontro al Ministero dello Sviluppo economico fra acquirenti, sindacati e istituzioni, ma nel frattempo i lavoratori dei punti vendita sono in sciopero. Tra questi anche i dipendenti dei centri commerciali di Modugno e Casamassima, che di sono dati appuntamento nel piazzale dell'ipermercato della zona industriale di Bari-Modugno per far sentire la loro voce ed esternare le loro preoccupazioni relative a un futuro occupazionale che, allo stato attuale delle cose, è un rebus.

«Lo sciopero è ben riuscito, su 140 dipendenti del negozio di Modugno hanno preso servizio stamattina solo in sette - dice Antonio Miccoli, Filcams Cgil. I lavoratori sono compatti e stanno ricevendo solidarietà da alcuni consumatori che stanno lasciando l'ipermercato senza aver fatto la spesa».

La richiesta è di intervento deciso da parte del governo: «Chiediamo con forza al Ministero di far presentare a Conad un piano industriale che salvaguardi contratti e occupazione - prosegue Miccoli. L'azienda si avvia a presentare un piano di esuberi, senza però affermarlo esplicitamente al Ministero».

sciopero lavoratori auchan
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E la situazione non sembra sostanzialmente diversa fra Casamassima e Modugno, dove sorgono i due punti vendita in provincia di Bari (sono quattro in Puglia): «Conad ha dichiarato che gli ipermercati di Taranto e Casamassima prevedono un cambio d'insegna - sottolinea Miccoli. L'operazione ha un tempo di 18 mesi; i due negozi vendono ancora con marchio Auchan e i lavoratori hanno ancora le vecchie divise. Nonostante l'acquisto, quindi, il passaggio non è stato ancora reso effettivo».

L'intenzione che l'azienda ha palesato ai sindacati è di «Convertire l'insegna a 109 dei 300 punti vendita nei primi tre mesi del 2020 - spiega Miccoli. Tra questi ci sono Taranto e Casamassima. Per le altre due strutture pugliesi, Mesagne e Modugno, non si capisce quale sarà il futuro». I sindacati nutrono, inoltre, dubbi sulla gestione aziendale da parte di Conad: «Si tratta di un marchio che è sì proprietario dei negozi, ma che lascia la gestione degli ipermercati ai singoli imprenditori consorziati, in maniera autonoma. Ancora non ci è stato comunicato chi andrà effettivamente a gestire i negozi; questo ci preoccupa perché in altre strutture Conad abbiamo già assistito a contratti "oscuri" e a piccoli imprenditori che non applicano il contratto nazionale firmato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs», racconta ancora Miccoli.

Insomma, quella dei lavoratori di Casamassima è una situazione solo apparentemente migliore rispetto a quella di Modugno, ma in realtà la graticola è la stessa per entrambi. «Finché non si conoscerà l'identità dell'acquirente non c'è alcuna garanzia occupazionale, tant'è che allo sciopero ha aderito l'85 percento dei lavoratori di Auchan Casamassima. Senza sapere chi sarà il gestore effettivo della struttura non esiste nessuna garanzia sul futuro dei dipendenti. Conad non può firmare contratti nazionali, che invece sono in capo ai reali acquirenti degli ipermercati», conclude Miccoli.