Un drone per introdurre droga e telefoni in carcere, indagato 32enne di Bari

L'uomo secondo la Procura aveva escogitato il sistema insieme alla compagna. A bloccarli un filo di nylon per la biancheria

mercoledì 13 novembre 2019 13.22
Avrebbero utilizzato un drone per introdurre all'interno del carcere di Taranto telefonini e partite di droga. Sotto indagine finiscono un 32enne di Bari (attualmente detenuto a Terni) e la sua compagna 31enne, su cui pende l'accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

La Questura di Taranto, in collaborazione con la polizia penitenziaria, ha notificato ai due l'avviso di avvenuta conclusione delle indagini, partite nel 2018 quando nel cortile del carcere tarantino venne ritrovato un drone che trasportava 280 grammi di hashish, 2,5 grammi di cocaina e due cellulari di piccole dimensioni.

Dalle indagini è risultato che il drone era manovrato da una donna, convivente del 32enne pregiudicato di Bari che, all'epoca dei fatti, era detenuto nel carcere di Taranto. Era lui il destinatario della droga e dei telefoni.

Per evitare che il drone venisse rintracciato, la donna aveva disattivato i sensori ottici lampeggianti; uno stratagemma che però le aveva impedito di accorgersi di un filo di nylon utilizzato per stendere la biancheria, e che fu proprio la causa della caduta dell'apparecchio all'interno del cortile della casa circondariale.