Tumori in Puglia, negli ultimi venti anni la guarigione supera il 58 percento

Moschetta AIRC: "Mangiare meglio riduce i rischi di ammalarsi. Oggi qui si vive mediamente sino ad 83 anni"

mercoledì 6 novembre 2019 0.48
Migliorano i dati sulla sconfitta dei tumori in Puglia dove è stato superato il 58% delle cure per tutti i tumori a 5 anni, un dato importante se si considera che negli anni '90 la percentuale si attestava sul 30/35%. Lo ha reso noto Antonio Moschetta, Professore Ordinario di Medicina Interna dell'Università di Bari e Ricercatore dell'AIRC, nel corso del Forum intergenerazionale organizzato da Coldiretti Puglia a Bari sui temi della sana alimentazione e della dieta mediterranea.
"La scienza ci sta dimostrando che stare in una zona di equilibrio attraverso la sana e corretta alimentazione ci da la possibilità di ammalarci di meno e soprattutto di curarci meglio. Abbiamo puntato su longevità e qualità di vita che ha portato all'allungamento della vita media. In Puglia l'aspettativa di vita media è di 85 anni nella donna e di 81 anni negli uomini", ha aggiunto Moschetta.
In Puglia, secondo i dati riferiti dal professor Moschetta, grazie alla dieta mediterranea e al cibo a KM0, l'incidenza dei tumori allo stomaco è inferiore del 27% rispetto alle regioni del Nord Italia, del 30% in meno di tumori al pancreas e del 50% in meno di cancro al fegato e le abitudini di consumo vanno impostate correttamente sin dall'età scolare.
"Per aiutare tutto il sistema scolastico e le famiglie ad alimentare al meglio le giovani generazioni e l'intero nucleo familiare, da anni il Progetto di Educazione alla Campagna Amica ha agevolato l'incontro tra i bambini e i prodotti agricoli 'fatti' dagli agricoltori. In Puglia negli ultimi 10 anni sono stati coinvolti nel progetto delle masserie didattiche 90mila bambini e 270 scuole. Il nostro obiettivo è 'culturale' e consiste nel tentare di cambiare abitudini di consumo sbagliate che si sono diffuse ovunque, formando consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti", ha spiegato Floriana Fanizza, leader nazionale di Coldiretti Donne Impresa.
"L'attenzione a come si alimentano i ragazzi al di fuori delle mura domestiche – ha insistito il direttore regionale di Coldiretti, Angelo Corsetti – è un preciso dovere di tutti, a partire dagli enti locali - Comuni, Province e Regioni - delle istituzioni scolastiche che dovrebbero preferire i prodotti tipici e tradizionali non solo per i pranzi somministrati agli alunni, ma anche per i brevi momenti di ristoro, dei pediatri che dovrebbero consigliare, sin dai primi anni di vita dei bambini una corretta alimentazione, magari indirizzando le mamme verso cibi che siano costruiti il meno possibile 'in laboratorio', piuttosto in casa".

Sugli alimenti importati ad esempio è stata individuata una presenza irregolare di residui chimici piu' che doppia rispetto a quelli Made in Italy con i pericoli che si moltiplicano per gli ortaggi stranieri venduti in Italia che sono quasi cinque volte piu' pericolosi di quelli nazionali, secondo l'ultimo report del ministero della Salute sul "Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti" pubblicato in agosto 2019. Su circa 11.500 i campioni di alimenti (ortofrutta, cereali, olio, vino, baby food e altri prodotti) analizzati per verificare la presenza di residui di prodotti fitosanitari appena lo 0,9% dei campioni di origine nazionale – sottolinea la Coldiretti - è risultato irregolare ma la percentuale sale al 2% se si considerano solo gli alimenti di importazioni e tra questi il record negativo è fatto segnare dagli ortaggi dall'estero con il 5,9%.