Trapianti in Puglia, numeri ancora esigui

Dall'inizio dell'anno 11 di rene singolo, 3 doppio, 9 di fegato e 7 da donatore vivente

mercoledì 23 maggio 2018
Dall'inizio dell'anno ad oggi sono stati effettuati 30 trapianti in Puglia: 11 di rene singolo; 3 di rene doppio; 7 da donatore vivente; 9 i trapianti di fegato. Nel 2018 le opposizioni al trapianto sono state ben 18 su 34, pari al 53%. La pratica di trapianti d'organo non è solo una questione tecnica, ma implica almeno 4 aspetti rilevanti: il reperimento degli organi, il rispetto del donatore e dei suoi familiari, le implicazioni psicologiche del ricevente, i criteri di stesura delle liste di attesa.
Per sensibilizzare i cittadini sul tema della donazione di organi e sull'importanza dei trapianti e per tenere viva l'opera di Rino Cuzzola, nefrologo barese impegnato nell'azione di sensibilizzazione verso questi temi, scomparso meno di un anno fa, il dottor Giuseppe Tarantino, nefrologo del "Di Venere" di Bari, sta svolgendo 4 corsi itineranti tra Bari, Altamura, Molfetta e Monopoli, per sviluppare la cultura della donazione fra gli operatori sanitari, con il coinvolgimento delle numerose associazioni di volontariato. "Il ruolo delle associazioni in Puglia è fondamentale - spiega il vicepresidente nazionale dell'Aido, Vito Scarola - siamo impegnati ogni giorno nel diffondere la cultura del dono, nelle scuole, fra le altre associazioni di servizio presso strutture medicali pubbliche e private. La nostra associazione in Puglia è al sesto posto in Italia per le iniziative e la diffusione della cultura del dono. E se ci sono difficoltà per quanto riguarda il numero di trapianti non si tratta di una conseguenza di una cattiva informazione quanto piuttosto di una non sufficiente organizzazione".
Per Antonio Schena, nefrologo del Policlinico di Bari e membro del Coordinamento regionale Trapianti "Le dichiarazioni di volontà vanno raccolte in un momento di serenità del paziente e non nel momento di fine vita". Per Elvira Cuzzola moglie del medico scomparso: "Vogliamo essere curati in Puglia e non in altre regioni, Emiliano intervenga".