Scarpe, vestiti e giocattoli contraffatti, sequestri al porto di Bari

Si tratta di oltre 22 mila paia di calzature finte Converse, Nike e Gucci, oltre a diversi noti marchi di abbigliamento

venerdì 9 aprile 2021 11.43
Merce contraffatta sequestrata al porto di Bari.

Nell'ambito del monitoraggio sui flussi commerciali in importazione nel territorio dello Stato sono state effettuate presso i vari varchi del sedime portuale diverse operazioni di controllo doganale inerenti importazione da Grecia, Bulgaria, Albania, di calzature, capi di abbigliamento, giochi, riportanti noti marchi.

Le perizie richieste ed effettuate dalle aziende di riferimento hanno confermato la natura contraffatta dei marchi e dei modelli di circa 22 mila paia di calzature provenienti dalla Grecia, intercettate nel corso di due distinte operazioni e riproducenti modelli di note marche (Converse, Nike e Gucci); in un'altra attività di servizio, sono stati individuati circa 500 capi d'abbigliamento di cui è stata accertata la contraffazione di svariati celebri marchi (Versace, DSquared2, Stone Island, Balenciaga, Givenchy, Dior, Moncler, Off White, Kenzo, Gucci, Palm Angels, Fendi, Moschino, Dolce & Gabbana); questi ultimi, appena sbarcati da un traghetto commerciale proveniente dall'Albania e non dichiarati in dogana, erano occultati all'interno di un camion frigo e riportavano, oltre alle etichette tipiche della merce destinata alla vendita, in larga parte la dicitura "Made in Italy", protetta dalla normativa nazionale e nell'occasione indebitamente utilizzata, derivandone un'ulteriore contestazione da parte delle Autorità.

Infine in un'altra operazione di analisi e conseguente controllo sono stati individuati circa 5.500 confezioni di carte da gioco "Uno" della Mattel, noto prodotto per bambini, risultate anch'esse contraffatte a seguito di perizia tecnica; nello stesso camion, sono stati individuati altresì oltre 10.000 pezzi tra giocattoli e materiale elettrico vario, riportanti la marcatura CE a garanzia della "sicurezza" dei prodotti; tale attestazione, all'esito di accertamenti svolti su base documentale e dalle banche-dati disponibili, è risultata indebitamente apposta, con rischio per la salute del consumatore, anche di minore età.