Rubavano e cannibalizzavano auto in provincia di Bari, quattro arresti. I nomi

Ogni spostamento della banda di bitontini corrispondeva al furto di una vettura nei comuni di Bitetto, Noicattaro, Cellamare e Valenzano e altri

lunedì 29 luglio 2019 15.59
Avevano messo in piedi una banda dedita ai furti d'auto e attiva in tutta la provincia di Bari. A Bitonto la Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di Bartolomeo Antonio, 32enne bitontino e Ruggiero Michele, 31enne bitontino, mentre agli arresti domiciliari per Carelli Nicola, 42enne bitontino e Natale Calogero, 34enne, residente a Bitonto, perché ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di furti d'auto.

Le indagini, svolte dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del locale Commissariato di PS, hanno appurato come il gruppo nell'arco di solo un mese sia riuscito a rubare ben 16 veicoli, prediligendo il genere SUV che venivano facilmente ceduti nel foggiano per la successiva cannibalizzazione. Il sodalizio criminale era operativo in tutti i comuni limitrofi al capoluogo barese, spaziando da Bitetto a Noicattaro, Cellamare e Valenzano ed altri.

L'attività investigativa ha dimostrato, attraverso pedinamenti, servizi di osservazione e acquisizioni video, che a ogni loro spostamento corrispondeva la commissione di un furto; questo ha consentito di chiudere il cerchio sulle modalità operative della banda. Si sono chiariti ruoli, basi logistiche, si è appurato l'esistenza di un accordo per la commissione dei reati, rilevando anche come il gruppo si preoccupasse di rispettare un modus operandi ben definito, teso a non destare attenzione negli spostamenti, evitando di indossare abbigliamento appariscente e evitando altresì di essere controllati quando erano insieme dalle forze di polizia.

C'era chi aveva il compito di eseguire il sopralluogo e portare sull'obiettivo i complici, chi procedeva al furto e chi doveva scortare con veicolo pulito il sodale alla guida dell'autovettura appena asportata, sia in occasione del furto che della successiva consegna al ricettatore. A nulla sono valse le cautele adottate dai sodali nell'attività criminosa ed infatti l'impianto accusatorio sostenuto dalla locale Procura della Repubblica è stato condiviso dal Giudice per le indagini preliminari che ha emanato l'odierna ordinanza di custodia cautelare.