Rider picchiato a Bari, Cgil: «Episodi come questo non possono più accadere»

Incontro tra Gigia Bucci e Raza Ahmed: «Nei suoi occhi e nelle sue parole solo il timore di perdere il lavoro e non la paura di denunciare o subire ritorsioni»

giovedì 25 luglio 2019
«C'è la necessità di aprire un discussione per comprendere e attivare forme di tutela che salvaguardino tutti i ragazzi che lavorano per piattaforme digitali che offrono servizi a domicilio».

Con queste parole Cgil Bari aveva commentato qualche giorno fa la notizia di cronaca dell'aggressione ad un rider che lavora per Glovo!. Il ragazzo, ricordiamo, era stato picchiato da un branco al quartiere San Paolo, e derubato della merce e dell'incasso.

«È necessario determinare diritti specifici e inquadrare più dettagliatamente la prestazione lavorativa di tanti ragazzi che ogni giorno sono esposti a rischi notevoli per compensi irrisori - così la nota di Cgil Bari - Quello che è successo a Raza, fattorino di Glovo è il paradosso: viene aggredito e derubato durante una delle tante consegne. L'azienda gli chiede anche il risarcimento dell'incasso della giornata, scalandolo dal suo stipendio. Episodi come questo non possono più accadere. È per questo che il tema dei diritti dei GIG workers sono stati il tema centrale della piattaforma JUST RIGHT (condivisa anche da Cisl Bari e UIL Bari) che ricalca l'impegno di CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro nella campagna NO EASY RIDERS finalizzato alla costruzione di condizioni diverse di lavoro per i riders».

Nella giornara di ieri il segretario generale CGIL Bari, Gigia Bucci, ha avuto un incontro con Raza Ahmed, fattorino 32enne pachistano che vive da anni a Bari.

«Ci sono incontri che sono molto di più. Non riesco a distrarre la mia mente dopo aver incontrato Raza Ahmed, il 32 enne fattorino pakistano pestato da un gruppo di ragazzini del quartiere San Paolo, non ha fatto altro che ringraziare la CGIL per essersi presa in carico la sua situazione. Composto e gentile. Di una pacatezza disarmante. Sguardo stanco ma onesto, diretto e coraggioso. Mi ha lasciato senza parole questo incontro e ho avuto davvero difficoltà a chiedergli scusa a nome di tutti per il gesto vile subito».

«Sentirsi impotenti dinanzi alla sua situazione e importanti allo stesso tempo perché lui ha detto "noi sappiamo che dove c'è la Cgil dobbiamo andare" - prosegue Bucci - Ci ha raccontato che incontra la famiglia una volta l'anno, un papà che non ha ancora potuto vedere la sua seconda figlia perché mentre la moglie partoriva lui si trovava in un paese straniero, il nostro, a lavorare per dare un futuro dignitoso alle sue due bambine. Mentre parlava di loro gli si sono illuminati gli occhi. Nei suoi occhi e nelle sue parole solo il timore di perdere il lavoro e non la paura di denunciare o subire ritorsioni. Ha iniziato a lavorare come rider per l'azienda a settembre 2018, e dopo essere tornato dal Pakistan ha ripreso a lavorare per Glovo da gennaio 2019. Ha anche detto che ama il suo lavoro e vorrebbe continuare a farlo. Raza noi non ti lasceremo solo, siamo insieme a te».