Quanti sono i migranti a Bari? Lo spiega Salvini

Il Viminale ha fornito i dati del 2017 relativi agli ospiti nei vari centri di accoglienza baresi

domenica 21 ottobre 2018
Secondo i dati forniti dal Viminale, l'1 dicembre 2017 i centri temporanei attivi in provincia di Bari erano 14, con un totale di 1.122 immigrati che si sommavano ai 1.669 nel Cara di Bari Palese, lo stesso che nell'estate 2017 registrò ben 1.945 ospiti. Già a gennaio 2018 i centri temporanei attivi a Bari erano 20 con una presenza di 1.341 persone, che si sommavano alle 1.042 del Cara cittadino. Oggi ci sono 42 immigrati mentre nel Cara sono 775. "Alla fine del 2017 (governo di centrosinistra) - commenta all' Ansa il Ministro degli Interni Matteo Salvini - gli immigrati presenti nelle strutture di Bari erano in tutto 2.791, diventati 2.383 all'inizio del 2018 (governo di centrosinistra). Ora sono 817 (Lega al governo), eppure gli amministratori del Pd si preoccupano perché temono di ritrovarsi troppi immigrati. Posso rassicurarli: il Pd non tocca palla, e quindi le invasioni, i ghetti e le strutture disumane zeppe di stranieri sono un lontano ricordo". Il ministro evidenzia quindi il calo del numero dei migranti nelle strutture di accoglienza baresi dopo le affermazioni di Decaro in veste di presidente Anci, che nei giorni scorsi ha criticato la "eliminazione del percorso di accoglienza diffusa" prevista dal decreto Sicurezza. Decaro ha detto di essere preoccupato del fatto che con la chiusura dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) si torni ad un eccesso di presenze nel Centro accoglienza e richiedenti asilo (Cara) di Bari-Palese che, secondo il primo cittadino, si è svuotato proprio in seguito all'accoglienza diffusa nei comuni della provincia. In un incontro nei giorni scorsi al Viminale, Decaro ha anche sottolineato che cancellare la protezione umanitaria per i richiedenti asilo non farà altro che "aumentare in maniera esponenziale il numero delle persone che sono considerate irregolari" - criticando il ridimensionamento del sistema Sprar sul quale "i sindaci non sono stati ascoltati". "Il decreto - ha sottolineato Decaro all' Ansa - snatura l'accoglienza diffusa per la quale ci siamo battuti, e tradisce la disponibilità data dai sindaci per ridurre le tensioni sociali".