Pubblicità sessista in giro per Bari, la commissione Pari opportunità: «Svilito ruolo della donna»

Arrivano reazioni di politica e istituzioni ai cartelloni ritenuti volgari e discriminatori. Petruzzelli: «Boicottare l'azienda»

lunedì 12 novembre 2018 15.16
Avevano già da qualche giorno destato più di un dubbio e molto scalpore alcuni cartelloni pubblicitari esposti per le strade di Bari da un noto mobilificio locale, nei quale vengono ritratte modelle in abiti fin troppo succinti o addirittura con pochi abiti indosso, accompagnate da slogan chiaramente allusivi ad argomenti sessuali.

Una pubblicità che ha suscitato reazioni dure da parte dell'opinione pubblica, che ha giudicato la propaganda della nota azienda di distribuzione di mobili fortemente sessista e discriminatoria nei confronti delle donne.

Altrettanto ferma è stata nelle scorse ore la condanna giunta da politica e istituzioni locali. In una nota, la Commissione consiliare Pari opportunità del Comune di Bari, presieduta dalla consigliera Alessandra Anaclerio, scrive: «La Commissione Pari Opportunità, a seguito delle numerose segnalazioni da parte di cittadini e dopo aver preso visione dei cartelloni pubblicitari di un'azienda di arredamento barese, stigmatizza e condanna le negative immagini utilizzate, ritenendo che sviliscono il ruolo della donna e ne offendono la dignità. Sarebbe auspicabile che la predetta azienda ritiri la campagna pubblicitaria e nelle more, la Commissione si è rivolta all'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (I.A.P.) per segnalare i suddetti cartelloni pubblicitari tutt'ora affissi nella nostra città».

Nei giorni scorsi si era espresso sulla vicenda anche l'assessore comunale all'Ambiente e allo Sport Pietro Petruzzelli, che postando le foto sulla sua pagina Facebook aveva scritto: «Tutti i bambini quando iniziano la scuola amano leggere a voce alta le scritte che vedono per strada. Ecco, spero che i miei figli non abbiano mai la sfortuna di incrociare questi orribili, volgari e offensivi manifesti. Lo spero davvero perché se mi chiedessero che cosa c'entra la pubblicità di una cucina con una donna che indossa solo una camicia, in una posa decisamente inusuale o quantomeno scomoda, onestamente non saprei cosa rispondere. Nè tantomeno saprei spiegare del perché se si vuol vendere un divano basta rappresentare una donna, sempre poco vestita, con un riferimento a delle dimensioni. Di cosa poi? E si sa, i bambini le domande, le fanno. Mi piacerebbe invece poter raccontare ai miei figli che una donna non seduce con una gamba nuda e alzata, o se indossa una camicia succinta, ma attraverso i suoi occhi, il sorriso, il carattere, la mente e soprattutto la sua intelligenza. Invece, se avremo la sfortuna di incrociare questi terribili manifesti, dovrò ancora una volta vergognarmi che qualcuno possa ancora oggi fare pubblicità in modo volgare e così tremendamente offensivo. Delle donne ma anche di noi uomini. E dovrò spiegare che è tutto sbagliato e che l'unica cosa da fare - come dice bene Giancarlo Visitilli nel suo blog- è boicottare, tutti, un negozio così terribilmente sessista».
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