Primarie del centrosinistra a Bari, è guerra a colpi di sondaggi

Due diverse rilevazioni effettuate nei giorni scorsi hanno dato esito opposto. L'affondo di Laforgia

mercoledì 27 marzo 2024 19.17
A cura di Elga Montani
Le primarie del campo largo progressista o centrosinistra che dir si voglia a Bari le vincerà Vito Leccese, che riuscirà ad ottenere un 56% dei consensi. No invece le vince Laforgia con un bel 68%. Non è la diatriba tra due sostenitori dei due candidati alle primarie, ma il risultato di due diversi sondaggi realizzati nei giorni scorsi da due diverse società.

Al punto che viene da chiedersi quale attendibilità possano avere entrambi. Ma veniamo ai dati nel dettaglio cercando di comprendere in che modo tali sondaggi sono stati realizzati e il risultato raggiunto da entrambi.

I DUE SONDAGGI A CONFRONTO


Il primo sondaggio, quello a favore di Vito Leccese, è stato realizzato da Winpoll e commissionato da Scenari Politici. Le interviste sono state realizzate il 18 e 19 marzo scorsi. Intervistati cittadini baresi, maschi e femmine, di età dai 18 anni in su. Il campione di popolazione di riferimento, si legge nel sondaggio, è stato «segmentato per sesso, età, proporzionalmente all'universo della popolazione barese». Il campionamento, invece, è stato ponderato per genere, fasce di età ed intenzioni di voto alle ultime politiche. Le interviste sono state effettuate con il metodo Cati e Cami, ovvero sono state telefoniche, via telefono fisso e cellulare. Duemila persone hanno risposto e 4.818 hanno rifiutato.

La domanda a cui si chiedeva di rispondere era la seguente: "E lei a quale tra i seguenti personaggi darebbe il suo voto?" Il risultato è stato che un 16% del campione non sa/non risponde, il resto si divide per un 56% a favore di Leccese e un 44% a favore di Laforgia.

Il secondo sondaggio è stato invece realizzato da Yoodata . La ricerca è stata svolta il 21 e 22 marzo. Sono state 503 le interviste, anche in questo caso con metodo Cati e Cami oltre che Cawi (Web Interview) su un campione rappresentativo della popolazione maggiorenne residente nella città di Bari che intende partecipare alle primarie.

Sul totale degli intervistati, un 68% si è dichiarato a favore di Michele Laforgia, e solo un 32% ha dichiarato che voterebbe Vito Leccese (un 50% del campione però si dichiara indeciso o non ha dato indicazioni). Andando a snellire il campione, interrogando solo coloro che si dichiarano certamente propensi ad andare a votare alle primarie (228) il risultato cambia di poco, con Laforgia al 65% e Leccese al 35% (in questo caso non sa/non risponde un 43% del campione).

IL COMMENTO DI MICHELE LAFORGIA


In seguito al fatto che era stato reso pubblico il primo sondaggio, nel pomeriggio è intervenuto Michele Laforgia, rendendo pubblico anche il secondo realizzato dalla sua compagine. A commento dei sondaggi il penalista barese, candidato sostenuto dalla Convenzione per Bari 2024, Movimento 5 Stelle e parte del Pd ha sottolineato: «Dalle nostre parti, un tempo, in primavera fiorivano i mandorli. Oggi, che fa caldo da dicembre, i sondaggi. Poche ore fa, è stato pubblicato su un sito specializzato l'esito di un sondaggio realizzato tra il 18 e il 19 marzo, che darebbe Vito Leccese al 56% e Michele Laforgia al 44% dei votanti alle primarie del 7 aprile. La notizia circola da giorni, ma, chissà perché, il risultato fa capolino solo adesso, a dieci giorni dal voto e dopo la bufera che ha investito la città nell'ultima settimana».

«La legge nazionale - aggiunge - vieta la diffusione dei sondaggi nei quindici giorni prima della data della consultazione. Ma le primarie, come abbiamo detto più volte, sono elezioni fai-da-te, con regole a geometria variabile. Per quelle di Bari, la scelta è stata rimessa unilateralmente al PD. Come abbiamo detto, e ripetuto, era l'unico mezzo per evitare una rovinosa spaccatura, addirittura disastrosa con il senno delle cose di poi».

«Sta di fatto che anche noi avevamo commissionato, negli stessi giorni, un sondaggio che per correttezza non abbiamo pubblicato e del quale non avevamo diffuso neppure l'esito. Sarebbe interessante mettere a confronto i committenti e i sondaggisti, perché il risultato non è semplicemente diverso, ma opposto, e a questo punto non abbiamo più alcun motivo per tenerlo ancora riservato. Chissà, qualcuno si ricrede», conclude Laforgia.
I sondaggi
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