Picchiarono una coetanea nel centro di Bari, identificate due minorenni

I fatti a dicembre scorso. La scena venne ripresa con lo smartphone e il video diventò virare sui social

martedì 4 febbraio 2020 12.39
I Carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Bari Centro, a conclusione degli accertamenti delegati dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bari, dott. Ferruccio De Salvatore, hanno identificato e segnalato all'autorità giudiziaria, due ragazze minorenni, di anni 13 e 14. Le due giovanissime sono ritenute responsabili di una violenta aggressione, avvenuta lo scorso mese di dicembre nel pieno centro di Bari, ai danni di una loro coetanea, "accusata" di aver intrapreso una relazione sentimentale con l'ex fidanzato di una delle due. Schiaffi, calci, pugni, pesanti insulti, un mix di violenza fisica e verbale, che ha visto come involontaria protagonista l'inerme minore.

Tutte le fasi dell'aggressione sono state filmate con un telefono cellulare da un'altra minore presente sul luogo, anch'essa identificata, che ha successivamente diffuso il video su un social network, rendendolo virale.

«Denunciare il comportamento di quelle ragazzine è stato per me un dolore, una sconfitta. Ma quello era il mio dovere ed era giusto andare avanti per permettere alle Forze dell'ordine di individuare le responsabili di quell'aggressione - ha dichiarato il sindaco Antonio Decaro - La notizia di oggi, che pur ci fa tirare un sospiro di sollievo rispetto al lavoro incessante ed encomiabile degli inquirenti, ci lascia però un profondo senso di amarezza. Su questo noi tutti dobbiamo riflettere, perché il fenomeno del bullismo, che non conosce differenze di genere, di classe sociale, né di territorialità, ci mette di fronte alla sconfitta dei modelli educativi e culturali dominanti. In queste settimane, in più di una occasione, ho avuto modo di confrontarmi e di incontrare le famiglie dei minori vittime di aggressioni e di atti di bullismo che purtroppo continuano a ripetersi, a Bari come in tutta Italia. Posto che la nostra attenzione a presidio del territorio cittadino resta alta, la soluzione non può limitarsi alla repressione di questi comportamenti, né d'altronde le famiglie devono rassegnarsi a far crescere i propri figli in casa cedendo alla paura. I ragazzi devono poter vivere la città e crescere confrontandosi in maniera sana con i loro coetanei. Di questo siamo noi adulti responsabili. Per questo dovremmo lanciare una grande alleanza educativa, che tenga insieme Comune, scuole, parrocchie, associazioni e famiglie, ampliando esperienze di welfare che stiamo già conducendo nelle scuole e in tutti i luoghi di ritrovo dei ragazzi. Il motore di questa alleanza non possono che essere le famiglie, tanto quelle delle vittime, quanto quelle degli artefici perché il fenomeno ci chiama in causa tutti e nessun cambiamento sarà possibile se a cominciare da noi adulti non saremo in grado di metterci tutti in discussione, come cittadini, come genitori e come componenti della stessa comunità»