Marino Bartoletti presenta il suo libro a Bari: «Quel mondiale del 1982...»

L'autore discute al Barion del nuovo volume, "Bar-Toletti 2. Così ho sfidato Facebook". Sul Bari calcio: «Con De Laurentiis progetto fertile»

martedì 20 novembre 2018 13.32
A cura di Riccardo Resta
Firma, voce e volto storico del giornalismo italiano, Marino Bartoletti da cinquant'anni ci racconta lo sport e la musica - le sue più grandi e viscerali passioni - con lo stile, la sobrietà e l'eleganza di chi ha praticato questo mestiere nella sua epoca d'oro, imparando da maestri come il compianto Enzo Biagi. Da giornalista a scrittore il passo è breve, soprattutto se ti chiami Marino Bartoletti, sei prossimo ai 70 anni e la tua penna è riconosciuta e apprezzata non solo in Italia ma in tutto il mondo. Ieri l'autore ha fatto tappa a Bari, dove presso il circolo Barion ha discusso, introdotto dal presidente della commissione consiliare Culture e Sport del Comune di Bari Giuseppe Cascella, del suo nuovo libro, "Bar-Toletti 2. Così ho sfidato Facebook" (Minerva Editore), seguito del primo volume pubblicato dal noto giornalista romagnolo.

Una raccolta meticolosa e dettagliata dei suoi post Facebook più visualizzati e condivisi, dove descrive con eguale naturalezza e dovizia di particolari aneddoti e storie di vita vissuta al fianco di campioni dello sport e di astri della musica. Due volumi dove compaiono "gomito a gomito" Pantani e Pavarotti, Mancini e Lucio Dalla, i Giochi olimpici e il Festival di Sanremo. Una rara dimostrazione di come il mezzo social non sia solo una "terra di nessuno" dove chiunque può sentirsi libero di sentenziare e sputare veleno, ma possa anche elevarsi a luogo di cultura, tanto da essere materia per un'opera letteraria.

«L'idea - ci spiega Bartoletti - è nata dal coraggio di un'anziano giornalista di non fermarsi alle cose che aveva già fatto e dal piacere di misurarsi con la contemporaneità. Per questo mi sono buttato due anni fa a corpo morto su Facebook; la cosa è stata apprezzata al punto che non soltanto molte persone mi hanno seguito ma addirittura un editore mi ha proposto di raccogliere questi pensieri. Così è nato il mio primo libro e di conseguenza il secondo».

Nei cinquant'anni di carriera Bartoletti ha "collezionato" 10 Olimpiadi e 10 mondiali. Durante la presentazione del libro l'autore si sofferma con sentimento e trasporto sugli episodi più tristi che si è trovato a raccontare, come le morti di Astori, Pantani, Simoncelli e Scarponi, e sui momenti più felici vissuti in tribuna stampa e a stretto contatto con i protagonisti del passato e del presente. «Uno per tutti - continua Bartoletti - è certamente il mondiale del 1982 vinto dall'Italia. Quello è stato un momento bello non solo per me che ho avuto il piacere di raccontarlo, ma per gli italiani in generale. Un momento di grande unificazione».

Il biennio 2017-2018 è coinciso per il calcio italiano con uno dei momenti più bassi di sempre. L'arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus ha solo lenito un minimo la ferita aperta dai fallimenti in Serie B e dal caos di un'estate fatta di rimbalzi fra tribunali, campionati sospesi, ripescaggi sub iudice e un commissariamento della FIGC che ha per molti versi fallito il suo compito. «Speriamo che sia una lezione per tutti - dice Bartoletti - anche per le grandi società che hanno dovuto pagare. Mi auguro che sia un momento di rinascita come è stato per tante squadre. Napoli e Fiorentina sono ripartite dalla Serie C, il Parma a un certo punto della sua storia era sparito. Eppure ora sono tutte tornate in A».

E fra le grandi nobili decadute c'è anche il Bari calcio, ripartito dall'inferno della Serie D con, però, alle spalle una famiglia solida e ambiziosa come i De Laurentiis. «Vedo un progetto molto fertile, sostenuto dall'amore di tutto il calcio italiano per una piazza importante come Bari», è la sensazione di Bartoletti che, "manciniano" convinto, vede nel nuovo CT una speranza di rinascita per la Nazionale dopo il disastro con la Svezia e la mancata qualificazione al mondiale 2018. «Mi sembra che Roberto Mancini sia la soluzione giusta per l'Italia», conclude Marino Bartoletti.