Le mani di undici clan su Bari. La Dia: «Situazione frammentata e in evoluzione»

Pubblicata la relazione al Parlamento relativa al primo semestre 2019, con la mappa delle diverse organizzazioni criminali in città

venerdì 17 gennaio 2020 19.37
A cura di la redazione
Sono undici i clan criminali che si spartiscono le attività illecite sul territorio di Bari, con relative sotto-articolazioni nei vari quartieri. A ricostruire la mappa delle attività criminali è la Direzione investigativa antimafia, che nella relazione al Parlamento relativa al quadro delle mafie in Italia nel primo semestre 2019 scrive: «Nella città di Bari l'analisi dei dati riferiti al periodo in esame conferma l'esistenza di un panorama criminale estremamente frammentato, dinamico e variegato, in cui i sodalizi presenti, seppur privi di una visione strategica unitaria e di un organo verticistico condiviso, risultano capaci di evolversi e di insinuarsi nei centri nevralgici del tessuto economico-criminale, compresi quelli che necessitano di particolari competenze tecniche, come il gioco d'azzardo e le scommesse on-line».

Ogni quartiere di Bari ha la sua "famiglia" criminale a gestire gli affari mafiosi, e «La criminalità organizzata barese si dimostra sempre pronta a stringere alleanze anche con le omologhe organizzazioni straniere (soprattutto albanesi), stipulando accordi». La posizione geografica di Bari, sottolinea la Dia, la rende porta d'accesso della droga da tutta Europa e dai Balcani: «Il traffico di marijuana, ma anche di eroina e di armi, si alimenta attraverso la costa adriatica su cui affaccia il porto della città di Bari», scrive la Dia.

La geografia della criminalità barese è particolarmente complessa, in un mosaico di alleanze e inimicizie assai articolato. A Bari vecchia (ma anche a San Girolamo e Fesca) continua l'egemonia dei Capriati, mentre gli Strisciuglio fanno base nei rioni a nord del capoluogo, con però forti alleanze al Libertà con i Caldarola, a San Girolamo con i Campanale, al San Paolo con i Ruta-Telegrafo (concorrenti dei Misceo, separatisi dagli Strisciuglio), a San Pio con i Faccilongo e nel borgo antico e a Carbonara con i clan Miloni e Valentino.

Tante altre sono le famiglie "storiche", come i Parisi-Palermiti a Japigia, i Di Cosola a Carbonara-Ceglie-Loseto, i Mercante-Diomede a Carrassi-Libertà-Poggiofranco-San Paolo-San Pasquale, i Lorusso a San Girolamo-Fesca, i Rafaschieri-Di Cosimo a Madonnella, i Velluto a Carrassi-Picone-San Pasquale, i Fiore-Risoli a Carrassi-Poggiofranco-San Pasquale e gli Anemolo a Poggiofranco.

Ci sono, però, anche gli emergenti: «Tra gli spacciatori emerge la figura di un elemento di spicco del gruppo Busco, condannato nel processo "Do ut Des" ed ex sodale del clan Parisi, il quale si era allontanato da questo pretendendo di gestire, da solo, l'intensa attività di spaccio che ha sempre gestito in favore e per conto del predetto sodalizio», si legge nella relazione.

Una situazione che non ha caratteri di stabilità, ma muta sempre, anche a causa dell'ingresso di nuovi gruppi di potere criminali: «Il clan Parisi - spiega la Dia - storicamente radicato nel quartiere Japigia, continua a manifestare la sua operatività soprattutto nei settori del traffico di stupefacenti, delle estorsioni, della ricettazione e del riciclaggio. Il clan vede minacciata la propria egemonia nelle zone d'influenza (sud-est della provincia di Bari), oltre che dalle sfiancanti lotte interne di potere con il clan Palermiti anche dalla sete di conquista di altri gruppi delinquenziali che tentano di acquisire importanti porzioni di territorio. Tale assunto trova conferma nei recenti, forti contrasti insorti nel quartiere Madonnella per il tentativo di scalata criminale da parte di elementi emergenti facenti capo alla frangia scissionista del sodalizio Di Cosimo-Rafaschieri, vicina al clan Strisciuglio».

Gli investigatori, tuttavia, ritengono che il clan Parisi abbia spostato il mirino su business meno tradizionali ma egualmente redditizi «Come il riciclaggio, l'acquisizione attraverso prestanome di società e imprese apparentemente pulite e le scommesse on-line. Ne è riprova l'operazione "Scommessa" (novembre 2018) relativa al contrasto del gioco di azzardo e della gestione criminale delle sale scommesse783, i cui esiti, tra l'altro, hanno confermato i forti legami dei Parisi con il clan Capriati», a sua volta attivo anche nei comuni di Bitonto, Mola, Modugno, Valenzano, Giovinazzo e Putignano.

I Capriati, decimati dagli arresti negli ultimi anni, «Soffre delle mire espansionistiche delle giovani leve, desiderose di guadagnare posizioni di vertice, e di quelle dell'avverso clan Strisciuglio, con il quale si contende da molti anni l'egemonia anche nel centro storico». Clan, quello Strisciuglio, attivo in business più tradizionali come droga, armi, usura ed estorsioni, ma particolarmente florido grazie ad alleanze che ne hanno permesso l'espansione nei quartieri Lbertà, Stanic, San Paolo, San Girolamo, Palese, Santo Spirito, San Pio, Enziteto-Catino e Carbonara. Storica è l'alleanza con il clan Telegrafo, a sua volta nemico dei Mercante, sodali dei Capriati. C'è acredine, infine, fra il clan Diomede e il sodalizio Fiore-Risoli, alleato dei Velluto e sotto "l'ala protettrice" dei Parisi come loro articolazione al San Paolo.

Particolarmente complessa è, poi, la situazione in provincia. Preponderante è - secondo la Dia - la faida fra i Cipriano e i Conte (alleati dei Capriati) a Bitonto, mentre ramificazioni dei Parisi si registrano a Noicattaro (dove ci sono anche i Misceo). A Modugno la situazione è complessa, perché oltre a Capriati e Diomede ci sarebbero tentativi di espansione anche da parte degli Strisciuglio, mediante il complesso meccanismo delle affiliazioni. I Palermiti si sono estesi nella zona del sud-est barese (Casamassima, Capurso, Triggiano, Cellamare), mentre a Rutigliano sembrerebbero imperare gli Strisciuglio.