In piazza contro il Decreto Salvini, «No passo indietro nei confronti dei diritti dei più deboli»

Manifestazione in piazza Libertà organizzata dal Cooordinamento dei Progetti Sprar, Bottalico: «In difesa dei diritti prima di tutto»

venerdì 30 novembre 2018 15.41
A cura di La Redazione
«Ieri ci si vergognava di essere razzisti, oggi si vuole che ci vergogniamo di essere umani». È racchiuso in questa frase il senso della manifestazione svoltasi questa mattina in piazza Prefettura a Bari e organizzata dal Coordinamento dei Progetti Sprar Puglia. E per le strade di Bari si sono riuniti operatori, migranti e semplici cittadini per gridare a gran voce che i diritti non possono essere cancellati come un colpo di spugna oltre a portare in piazza: «l'orgoglio di essere enti di tutela, professionisti del sociale, cittadini attivi».

«Le politiche italiane di accoglienza e protezione vengono stravolte completamente dal Decreto Sicurezza - scrivono - Come Coordinamento dei Progetti SPRAR ci siamo organizzati per dare una risposta unitaria alla diminuzione di una rete di accoglienza e tutela che è stata considerata in tutta Europa un modello di efficienza. In tanti anni abbiamo dato modo ai territori nei quali eravamo presenti di poter crescere, sia in termini di persone che sono rimaste e si sono inserite nel tessuto economico e sociale, che in termini di ritorno in quanto ad assunzioni, affitti, manutenzioni, negozi e supermercati, professionisti, corsi di formazione ecc..».

«Da uno Stato che predisponeva dei servizi per l'accoglienza dei richiedenti asilo - sottolineano - e ne strutturava i percorsi di integrazione, fornendo strumenti per la realizzazione di un piano di interazione sociale, stiamo passando alla delegittimazione di ogni attività di supporto e, addirittura, al non riconoscimento della figura del richiedente asilo, cominciando dal non permettere l'inserimento negli SPRAR e a non concedere i servizi minimi di accoglienza quali per esempio i corsi di italiano, indispensabili per interagire con il territorio nel quale si sta. Il Decreto prevede l'istituzione di grandi centri nei quali far soggiornare i richiedenti asilo, senza servizi di alcun tipo, favorendo la creazione di sacche di disagio e a criticità determinate dalla mancanza di tutele, per poi criminalizzare gli stessi richiedenti asilo che ovviamente si troverebbero a stazionare tutto il giorno in prossimità di questi grandi centri, senza seguire alcun corso e senza poter lavorare, perché senza documentazione che lo permette».

«Di fronte a tutto ciò - concludono - come giustamente affermato e denunciato anche dal Consiglio per i diritti umani dell'ONU, non possiamo che alzare la nostra voce e chiedere che non si permetta questo passo indietro nei confronti dei diritti dei più deboli e di un'umanità così vilmente tradita e quindi le istituzioni, gli enti locali, la regione, devono insieme sopperire a questa grande mancanza di solidarietà umana che vorrebbe trasformare la nostra etica e rendere la nostra società una battaglia di tutti contro tutti, cominciando dai più deboli».

E a fianco ai manifestanti questa mattina anche l'assessore al Welfare, Francesca Bottalico che sottolinea come la manifestazione di oggi sia necessaria: «In difesa del patrimonio di storie, competenze, professionalità, esperienze, realtà sociali e territoriali. In difesa di quanto di buono costruito con difficoltà, con fatica e sofferenza ma anche con forte passione, coraggio, lavoro tra pubblico e privato. In difesa dei diritti prima di tutto. Uniti e unite si è più forti».