Gravina in Puglia, arrestato il presunto responsabile dell'omicidio Capone

In manette finisce un 68enne. I fatti contestati risalgono al marzo del 2014; la vittima aveva un contenzioso aperto con il killer

sabato 8 giugno 2019 13.32
Questa mattina, a Gravina in Puglia, i poliziotti della Squadra Mobile, insieme agli agenti del locale Commissariato di P.S., hanno eseguito un ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Scalese Gaetano, di anni 68, ritenuto responsabile di omicidio aggravato e porto illegale di arma da fuoco. Scalese deve rispondere dell’'omicidio di Capone Pietro, avvenuto a Gravina in Puglia la sera del 10 marzo 2014, quando la vittima venne raggiunta da due colpi d’'arma da fuoco, entrambi al capo, il primo esploso alle spalle, che ne procurò la caduta a terra, e il successivo che ne causò la morte.

Il provvedimento cautelare è stato emesso dalla Terza Sezione Penale del Tribunale di Bari che ha accolto il ricorso avanzato della Procura della Repubblica di Bari avverso all’ordinanza del G.I.P. che, inizialmente, aveva rigettato la richiesta di misura coercitiva.

Le immediate indagini avviate dalla Sezione reati contro la persona della Squadra Mobile, coordinate dal Sost. Proc. Fabio Buquicchio della Procura della Repubblica di Bari, consentirono di ricostruire nei dettagli i movimenti della vittima e dell'’omicida prima e dopo l'’agguato; è stato accuratamente dimostrato, infatti, come la sera del 10 marzo del 2014 il killer, individuata la vittima, la seguì, con la propria autovettura, per le strade semideserte della cittadina murgiana, l'’ignara vittima, raggiungendola ed attingendola mortalmente a pochi metri dalla sua abitazione mentre rincasava.

Capone era da molti considerato un “paladino della legalità”, sempre impegnato nella lotta all’'abusivismo edilizio, tanto che le sue numerose “battaglie”, contro amministratori pubblici e imprenditori locali, gli erano costate diverse denunce. Ed è in tale ambito che si è consumato il grave fatto di sangue; la vittima infatti aveva intrapreso una serie di iniziative giudiziarie, anche di natura privata, nei confronti di Scalese reo, secondo Capone, di aver realizzato alcune costruzioni in un terreno confinante con una proprietà proprio della famiglia Capone. L'omicidio ebbe luogo un mese prima dell'’udienza penale promossa da Capone nei confronti dell’'odierno arrestato.