Gioia del Colle, due imprenditori agricoli denunciati per lo sfruttamento di un pastore

L'uomo, di origine indiana, era assunto senza contratto e non aveva giorno di riposo. Guadagnava 700 euro per 9 ore di impiego quotidiano

giovedì 25 luglio 2019 13.22
Lavorava come stalliere e pastore in una masseria in agro di Gioia del Colle senza contratto né giorno di riposo, per 700 euro a fronte di 9 ore di impiego quotidiano. I carabinieri di Gioia del Colle hanno denunciato in stato di semilibertà due imprenditori, L.N. e L.L., rispettivamente di anni 50 e 23, proprietari di un'azienda a conduzione familiare dedita all'allevamento di bovini e alla commercializzazione di prodotti agricoli, a seguito di accertate violazioni della normativa sulla tutela della sicurezza e salute dei lavoratori e impiego di manodopera al nero, nonché per il reato di sfruttamento del lavoro.

Nel corso di diversi servizi effettuati in agro di Gioia del Colle, i militari hanno notato che nella masseria dove ha sede l'azienda degli indagati fin dalle prime luci dell'alba un uomo era già al lavoro, occupandosi prevalentemente delle operazioni di mungitura e governo degli animali. Dagli approfondimenti è emerso anche che ad aprire le attività dell'azienda era sempre lo stesso soggetto il quale, ogni giorno, in modo estremamente puntuale e scrupoloso, si occupava della gestione di numerosi capi, senza nessun aiuto.

Ritenendo che il lavoratore fosse assunto in condizioni di sfruttamento, i militari hanno così deciso di procedere ai controlli, dai quali è fin da subito risultato che l'individuo monitorato era un cittadino di nazionalità indiana, di anni 37, munito di regolare permesso di soggiorno, assunto dai proprietari dell'azienda come pastore e stalliere, senza contratto di lavoro, e in condizioni di sfruttamento. Infatti, a fronte di un orario di lavoro giornaliero calcolato in 9 ore, riceveva uno stipendio di 700 euro senza mai usufruire del riposo settimanale. La paga era stata tuttavia accettata dal pastore in quanto ritenuta indispensabile per il sostentamento della sua numerosa famiglia, alla quale spediva il denaro guadagnato in Italia a prezzo di enormi sacrifici.

Gli stessi datori avevano violato le norme poste a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, come quelle che prevedono di informare il dipendente dei rischi a cui ci si espone sul luogo di lavoro, o affidare i compiti senza tenere conto dello stato di salute in relazione alle incombenze.

Estremamente precarie e disagiate sono risultate anche le condizioni del suo alloggio; l'uomo dormiva all'interno di una cantina adibita a camera da letto, utilizzata anche per cucinare, con un fornello alimentato a metano, dove consumava cibi di dubbia genuinità. Per quanto concerne i servizi igienici, ridotti all'essenziale e senza doccia, si serviva di un altro locale anch'esso in precarie condizioni igieniche, come certificato dai medici ASL Bari intervenuti.

All'esito del controllo sono state accertate nei confronti dei datori di lavoro violazioni amministrative ed elevate ammende per un totale di 20mila euro, e gli stessi sono stati altresì deferiti alla locale A.G. per sfruttamento del lavoro. Sono in corso ulteriori indagini per verificare analoghi casi di sfruttamento nella stessa struttura.