Frode e speculazione nella fornitura di Dpi agli ospedali, sotto indagine aziende della provincia di Bari

Scattano sequestri e denunce per la vendita di dispositivi di protezione individuale a prezzi maggiorati durante la primavera. Si ipotizzano appalti illeciti

martedì 6 ottobre 2020 10.04
I finanzieri del comando provinciale di Foggia, a seguito di specifici controlli in materia di spesa pubblica, hanno avviato la scorsa primavera, durante la fase più acuta dell'emergenza Covid-19, un'indagine sulle forniture di dispositivi di protezione individuale ad alcune strutture ospedaliere della provincia di Foggia, che si è recentemente conclusa con la segnalazione alla Procura della Repubblica del capoluogo dauno di 6 titolari di altrettante imprese che tra marzo e aprile hanno fornito ai nosocomi circa 45mila maschere di protezione individuale, per un importo, oggetto di appalti irregolari, di circa 457 mila euro. L'indagine, è stata sviluppata nelle province di Foggia, Bari, Taranto, Perugia e Verona.

Sotto la lente di ingrandimento del Nucleo di polizia economica finanziaria di Foggia sono finite le forniture ad alcuni ospedali della Provincia di maschere di protezione individuale da parte di:

• una società di Bari che ha fornito 8mila dispositivi di protezione individuale allegando una certificazione rilasciata da un Istituto con sede in Brasile che non rientrava tra gli organismi riconosciuti e autorizzati dall'Unione Europea e dal Governo italiano;
• una società di Altamura (Bari) che ha fornito 2mila dispositivi di protezione individuale che provenivano da una partita importata da un paese extracomunitario per la quale l'Inail (competente a vagliare le istanze di produttori e importatori) aveva vietato alla società l'immissione in commercio e il conseguente ritiro immediato dal mercato nazionale della merce nel frattempo già ceduta alle strutture ospedaliere;
• una società di Perugia che ha importato da un paese extracomunitario e successivamente immesso in commercio 11mila maschere di protezione individuale che, attraverso l'interposizione di altra società di Bari, sono state cedute in assenza di certificazioni comprovanti il rispetto di tutti i requisiti di sicurezza europei e nazionali;
• tre società di Bari che hanno messo in piedi un'articolata manovra speculativa attraverso plurime cessioni onerose di maschere protettive avvenute nell'arco di una sola giornata, determinando un rincaro ingiustificato della merce superiore all'8mila%. Infatti, in sole 24 ore, le mascherine sono state oggetto di 3 cessioni con connessi rincari di prezzo, passato da quello iniziale d'importazione di 0,25 euro (+IVA) a quello finale di 20,80 euro (+ IVA).

Complessivamente, sono:
- 6 gli appalti monitorati per una fornitura totale di 45mila d.p.i., della tipologia FFP2 e FFP3, per un controvalore complessivo di circa 457 mila euro;
- 3 i soggetti denunciati a piede libero per "manovre speculative su merci";
- 4 i soggetti denunciati, a vario titolo, per "frode in commercio", "frode in pubbliche forniture" nonché per aver immesso in commercio "DPI non conformi ai requisiti essenziali di sicurezza";
- un migliaio le mascherine sequestrate non ancora distribuite al personale medico e infermieristico;
- 158 mila euro circa l'ammontare dei profitti illeciti proposti alla Procura della Repubblica di Foggia per il sequestro penale.