Ex Om, appello a Magneti Marelli: «Acquisite il capannonne»

Alcuni dei 170 operai lanciano una proposta a Pietro Gorlier, riunire le due strutture e risolvere così la loro vertenza

lunedì 23 luglio 2018 12.10
A cura di Elga Montani
Gli ex Om tentano la strada della ricollocazione con un appello a Magneti Marelli. La proposta di alcui di loro è quella di far sì che l'azienda che fa capo a Fiat Chrysler possa subentrare alla Tua Industries acquisendo il capannonne e assumendoli. D'altronde Magneti Marelli a Modugno sta investendo ed è azienda leader nel settore automotive e proprio in un'ottica espansiva hanno anche ottenuto a dicembre scorso dei finanziamenti dalla Regione Puglia. In quell'occasione erano stati stanziati 36 milioni di euro per diversificare la produzione realizzando, con tecnologie e soluzioni innovative, 6 nuovi prodotti tra cui pompe ed iniettori ad alta pressione e un motore elettrico High Voltage. Progetti realizzati grazie ai Contratti di Programma con 8,8 milioni di risorse pubbliche che avrebbero dovuto generare occupazione per 957 unità lavorative a regime, tra vecchi e nuovi lavoratori. Nell'ultimo periodo sono state 150 le assunzioni in Magneti Marelli e dovrebbero essercene altre. Proprio in questo piano espansivo vorrebbero rientrare gli ex Om, essendo operai qualificati del settore.

«Facciamo un appello alla Magneti Marelli - dichiarano - chiediamo loro di acquisire il nostro capannone, a fronte dei tanti investimenti che stanno facendo sull'elettrico. D'altronde i due capannoni sono talmente vicini che ci chiediamo il perché non si possa tornare ad essere unico, come tanti anni fa quando anche noi eravamo Fiat. Chiediamo a Pietro Gorlier, amministratore delegato di Magneti Marelli, di visionare il nostro capannone e di renderlo operativo. Siamo 170 lavoratori metalmeccanici altamente qualificati».

A breve si dovrebbero avere comunque novità sulle trattative in corso, e se quanto sostenuto da Caroli in questo giorni si rivelasse realtà l'appello di oggi potrebbe tranquillamente cadere nel vuoto e i 170 operai tornare a lavorare grazie ad un progetto di reindustrializzazione.