Ex Om, al danno si aggiunge la beffa, non possono fare il 730

Nuovo sit-in stamattina dei 175 lavoratori sospesi in un limbo in cui non hanno nemmeno la certificazione unica

martedì 24 aprile 2018 15.27
A cura di Elga Montani
Continuano a protestare i 175 lavoratori ex Om, e stanno davvero diventando "l'incubo di Michele Emiliano". Nuovo sit-in questa mattina a Bari, sul lungomare di fronte la sede della Regione Puglia, per chiedere ancora di essere rispettati e cercare di capire quale sia davvero la loro "fine". D'altronde il curatore fallimentare ha avviato la procedura di licenziamento collettivo, come vi abbiamo già detto la scorsa settimana, ma dalla Regione continuano ad arrivare segnali contrastanti, dato che sia il presidente Emiliano (durante uno dei sit-in svolti nelle scorse settimane) che il capo della task force regionale Caroli continuano a parlare di trattative in atto per arrivare ad una conclusione meno negativa per 175 famiglie.

Da parte loro i lavoratori non possono far altro che cercare di mantenere viva l'attenzione sulla loro vertenza, non avendo ormai nulla da perdere e dato che da dicembre non percepiscono più alcun reddito, a causa dell'insolvenza della Tua Industries che ha vanificato la proroga della cassa integrazione. E a questo, ora, si aggiunge anche la difficoltà attuale dei lavoratori che non riescono nemmeno a fare la dichiarazione dei redditi, non avendo ricevuto alcuna certificazione unica dall'azienda Tua Industries.

«Non sappiamo nemmeno chi debba fare la Certificazione Unica dell'anno scorso – ci dicono sconsolati – È uno scarica barile, abbiamo contattato la curatrice fallimentare e ci ha detto che deve occuparsene il liquidatore, il quale a sua volta dice che invece spetta alla curatrice».

E intanto questa mattina, dopo ore di protesta, sono riusciti almeno a sapere qualcosa da Leo Caroli, il quale è sceso a parlare con loro in tarda mattinata, poco prima dell'ora di pranzo: «Ci ha detto che stanno incontrando gli investitori uno alla volta – spiegano gli ex Om – ma che solo il prossimo 3 maggio potranno avere un quadro più chiaro della situazione».
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