Ex Fibronit, giù un altro capannone. Decaro: «A luglio la fabbrica non ci sarà più»

Il sindaco accompagna il rettore Uricchio e il DG di Arpa Puglia Bruno sul cantiere: «Lavori completati a ottobre»

lunedì 26 febbraio 2018 15.02
A cura di Riccardo Resta
Non fa più paura la ex Fibronit, fabbrica di amianto e morte che per anni ha avvelenato l'aria di Bari. Un altro capannone è stato abbattuto nei giorni scorsi, portando il conto a tre su cinque opere totali previste dal programma di bonifica.

Stamattina sul cantiere si è recato il sindaco di Bari Antonio Decaro, che ha fatto da "Cicerone" al rettore dell'Università di Bari Antonio Felice Uricchio e al Direttore Generale di Arpa Puglia Vito Bruno. Insieme al primo cittadino anche i responsabili del cantiere e il dirigente della ripartizione comunale Ambiente ing. Vincenzo Campanaro.

Un'occasione propizia per fare il punto della situazione e verificare, nonostante il freddo e qualche fiocco di neve, lo stato di avanzamento dei lavori. Con l'abbattimento del capannone E, la tensostruttura che ospita le opere è pronta per essere spostata sulla parte retrostante della ex fabbrica, dove verranno demoliti i restanti muretti contenenti amianto e le torrette. La situazione ambientale dell'intera area è costantemente soggetta a rilevazioni interne al cantiere, prima che i dati vengano trasmessi all'Arpa Puglia.

«Con l'abbattimento dell'ultima parte del Capannone E - dice Decaro - i lavori sono quasi conclusi. Restano altre due demolizioni che saranno completate entro luglio. Possiamo dire che in estate la fabbrica non ci sarà più e non farà più paura a nessuno. Il termine ultimo dei lavori è fissato a ottobre, quando saranno messe in opera le sistemazioni superficiali e le ulteriori piccole operazioni di messa in sicurezza nelle zone laterali, prospicienti i muri di confine».

L'intera area, quindi, è quasi pronta per una nuova destinazione d'uso: il suolo della ex Fibronit restituirà alla città quello che la fabbrica della morte ha tolto. «Stiamo procedendo con la progettazione esecutiva di un'area verde che prenderà il nome di "Parco della Rinascita", così come ci ha chiesto il Comitato Fibronit unitamente al Comitato Famiglie delle Vittime - dice ancora Decaro. Alla Regione abbiamo fatto una domanda di finanziamento e speriamo che ci arrivino i soldi necessari almeno per realizzare il primo lotto. Spero di iniziare i lavori a partire dal prossimo anno».

Un'opera sontuosa, che la città chiedeva da tempo, dopo le tristi morti annunciate a causa della Fibronit e dei suoi miasmi tossici. «Non so se l'amministrazione Decaro verrà ricordata per questa bonifica - conclude il primo cittadino. Questa è, comunque, l'opera a cui sono più legato, perché avevo preso un impegno con i familiari delle persone che hanno perso la vita lavorando in questa fabbrica e con i parenti di coloro che hanno perso la vita solo perché abitavano da queste parti. Un impegno che porterò a termine».

«Si tratta - fa eco il Magnifico Rettore Antonio Felice Uricchio - di un'attività particolarmente significativa: per l'entità dell'impegno e per la destinazione che verrà assegnata a quest'area. Recuperare un pezzo di città così importante e destinarlo alla costruzione di un parco credo che sia un gesto meritorio. Il lavoro nella bonifica è stato certamente complesso e pieno di criticità, ma poterne apprezzare la realizzazione è per me motivo di arricchimento».

Un esempio di cui l'Università di Bari vuole fare tesoro: «Nella sede di Taranto - continua Uricchio - abbiamo un corso di laurea sulle bonifiche.Crediamo che anche esperienze applicative come questa possano essere utili per promuovere sempre più il livello di conoscenza. Seguirò in progress la realizzazione del parco urbano e mi auguro che a breve si possano reperire le risorse necessarie per restituire alla città un'area che per troppo tempo è stata simbolo di morte e devastazione ambientale».