Regione Puglia e Sicilia: "È guerra del primivito"
Il vitigno tipico del tacco d'Italia potrebbe essere prodotto anche in altre regioni e all' estero. Insorgono Emiliano e Coldiretti
domenica 3 maggio 2020
09.30
"Pur rispettando la legittima decisione dell'Amministrazione siciliana, desidero rassicurare tutti che il Governo regionale è vigile per far sì che le varietà vitivinicole autoctone e le denominazioni di origine pugliesi siano adeguatamente tutelate. Non mancheremo di segnalare ai nostri interlocutori istituzionali, anche in sede di Commissione delle Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni, la nostra ferma volontà di difendere l'unicità dei vini pugliesi e di salvaguardare i principi e i diritti dei nostri produttori. Per questo motivo, anticipo che l'Amministrazione regionale è pronta ad opporre una dura opposizione, in ogni modo e in tutte le sedi consentite, nell'eventualità possa emergere una proposta che prevede di inserire la varietà Primitivo in disciplinari DOP o IGP diversi da quelli che già lo consentono". Lo ha detto il presidente della Puglia Michele Emiliano dopo la notizia che Giù le mani dal Primitivo che la Regione Sicilia ha autorizzato nel proprio territorio regionale la coltivazione, tra le altre uve, quella della varietà Primitivo.
Prima di Emiliano era già intervenuta Coldiretti Puglia: "I nostri produttori vitivinicoli sono molto preoccupati. Ci poniamo seri interrogativi sulla tutela e la salvaguardia delle denominazioni regionali e dei vini prodotti dai vitigni autoctoni, storicamente presenti nei vocati territori regionali, come è il caso del vino Primitivo che è il simbolo della vitivinicoltura della Puglia e ha dimostrato negli anni un notevole apprezzamento e crescita sui mercati, che potrebbe essere messa a repentaglio da improprie iniziative, come quella messa in atto dalla Regione Sicilia".
"Va assolutamente scongiurato - prosegue Coldiretti - che in fase di modifica del decreto ministeriale sull'etichettatura dei vini del 13 agosto 2012, sia data la possibilità ad altre regioni di coltivare il vitigno autoctono pugliese".
La Puglia è una delle 5 regioni dove si registra un incremento sensibile delle performance delle Indicazioni Geografiche del vino, pari a 142milioni di euro e il Primitivo è il principale artefice di questa grande performance.
La popolarità anche internazionale di eccellenze varietali uniche quali Primitivo, Negroamaro, Susumaniello e Nero di Troia, con il successo di vini DOP quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, hanno fatto del settore vitivinicolo pugliese – conclude Coldiretti Puglia - il riferimento per vocazione, capacità di raccontare e promuovere al meglio il territorio, innovazione e grande propensione all'internazionalizzazione.
Prima di Emiliano era già intervenuta Coldiretti Puglia: "I nostri produttori vitivinicoli sono molto preoccupati. Ci poniamo seri interrogativi sulla tutela e la salvaguardia delle denominazioni regionali e dei vini prodotti dai vitigni autoctoni, storicamente presenti nei vocati territori regionali, come è il caso del vino Primitivo che è il simbolo della vitivinicoltura della Puglia e ha dimostrato negli anni un notevole apprezzamento e crescita sui mercati, che potrebbe essere messa a repentaglio da improprie iniziative, come quella messa in atto dalla Regione Sicilia".
"Va assolutamente scongiurato - prosegue Coldiretti - che in fase di modifica del decreto ministeriale sull'etichettatura dei vini del 13 agosto 2012, sia data la possibilità ad altre regioni di coltivare il vitigno autoctono pugliese".
La Puglia è una delle 5 regioni dove si registra un incremento sensibile delle performance delle Indicazioni Geografiche del vino, pari a 142milioni di euro e il Primitivo è il principale artefice di questa grande performance.
La popolarità anche internazionale di eccellenze varietali uniche quali Primitivo, Negroamaro, Susumaniello e Nero di Troia, con il successo di vini DOP quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, hanno fatto del settore vitivinicolo pugliese – conclude Coldiretti Puglia - il riferimento per vocazione, capacità di raccontare e promuovere al meglio il territorio, innovazione e grande propensione all'internazionalizzazione.