Caro gasolio, al porto di Bari la protesta dei marittimi

Un aumento del prezzo che sta mettendo in crisi il mercato ittico nazionale

venerdì 27 maggio 2022 14.57
Anche a Bari il fronte dei pescatori è compatto per protestare contro il rincaro del prezzo del gasolio che sta mettendo in crisi il settore ittico nazionale. Stamattina i marittimi si sono dati appuntamento davanti agli ingressi del porto di Bari per scioperare e protestare contro l'aumento e i fenomeni speculativi sul costo del carburante.

«C'è una tensione sociale palpabile che va ascoltata - fa notare Fedagripesca all'agenzia Ansa - occorre tutelare il diritto allo sciopero o alla serrata ma allo stesso modo è fondamentale difendere i diritti di chi lavora».

Qualcosa, tuttavia, potrebbe arrivare da Bruxelles. Dovrebbe essere prossima, spiega Fedagripesca, l'intesa sul «Rimborso dei costi aggiuntivi sostenuti per l'acquisto del gasolio utilizzando risorse del Feampa, Fondo europeo per gli affari marittimi, pesca e acquacoltura; il ché produrrebbe un abbassamento dei costi, come se venisse fissato una sorta di tetto al prezzo».

La crisi energetica verificatasi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, ricorda l'associazione di categoria, sono i sistemi di pesca, a partire dallo strascico, che spendono di più in carburante. Si va da 100mila a 250mila litri l'anno e rappresentano circa il 30% della flotta peschereccia composta da 12 mila pescherecci (il 17% della ferza Ue) che danno lavoro a 30 mila persone. Un peschereccio di medie dimensioni, per esempio, consuma tra i 700 e gli 800 litri di gasolio al giorno.

Foto: Bit - live