
Bari ricorda Gaetano Marchitelli, giovane ucciso dalla mafia 17 anni fa
Stamattina la deposizione di una corona di fiori sulla lapide che porta il suo nome a Carbonara. Emiliano: «La sua morte ha determinato una scossa»
venerdì 2 ottobre 2020
13.16
Era il 2 ottobre del 2003 fa quando veniva ucciso davanti alla pizzeria del rione Carbonara di Bari dove lavorava Gaetano Marchitelli, 15enne vittima innocente di una sparatoria di mafia. Questa mattina, in occasione del 17mo anniversario dell'omicidio, l'assessore Giuseppe Galasso e la presidente del Municipio IV Grazia Albergo hanno partecipato, assieme ai familiari e al referente del presidio barese di Libera Angelo Cassano, alla cerimonia di commemorazione presso la lapide che ricorda il ragazzo in piazza Umberto I, a Carbonara, dove è stata deposta una corona di fiori.
«Gaetano Marchitelli è un ragazzo solare, pieno di buoni sentimenti e progetti - il ricordo di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia. Ha 15 anni, studia sognando l'ingegneria elettronica e la sera lavora in pizzeria per guadagnarsi quella piccola paga che gli permette di non gravare troppo sulla sua famiglia. È davvero un bravo ragazzo a cui tutti vogliono bene. Il 2 ottobre di 17 anni fa, nel pieno di una sparatoria a Carbonara davanti alla pizzeria dove lavora, un proiettile lo raggiunge spezzando in un istante la sua giovane vita e il cuore della sua famiglia, del quartiere, della città».
«Non è facile descrivere a parole il senso di impotenza, rabbia, ingiustizia che si prova nell'assistere a qualcosa del genere - continua Emiliano. Quando comprendi che a terra c'è un figlio nostro ucciso "per errore" dalla mafia. Sono esperienze che segnano profondamente. Nel caso di Gaetano la sua storia non ha segnato solo le vite di chi lo ha conosciuto e amato, ma ha segnato il corso della storia di Carbonara e di Bari. Ha determinato una scossa, richiamando tutti a una scelta: decidere da che parte stare. Dopo la sua uccisione un intero popolo ha voltato le spalle alla mafia e ha iniziato un cammino, collettivo, affinché una cosa del genere non accadesse mai più. Questa lotta è sempre in atto, non finisce mai del tutto, le mafie italiane sono attive, anche nei luoghi dove sono state represse duramente come in Puglia. Il modo migliore per continuare a metterle all'angolo è unire all'attività fondamentale di magistratura e forze dell'ordine, quell'antimafia di popolo, sociale, che una storia come quella di Gaetano Marchitelli ci insegna. Caro Gaetano, tu sei nei nostri cuori, il tuo sorriso illumina il nostro cammino e noi non ti dimenticheremo mai».
«La nostra città non dimentica. Non dimentica le vittime innocenti delle ingiustizie, della mafia - scrive Antonio Decaro, sindaco di Bari. Non dimentica Gaetano Marchitelli che il 2 ottobre di 17 anni fa ha perso la vita per mano mafiosa. Un giovane studente e lavoratore che aveva tanti sogni e progetti davanti a sé, strappati via da criminali vigliacchi. Da sindaco e da rappresentante di questa grande comunità, vorrei che ciò che è accaduto a Gaetano e alla sua famiglia non si ripetesse mai più. A tutti i ragazzi e le ragazze come Gaetano affidiamo il futuro di questa città, che negli anni ha saputo reagire e sviluppare gli anticorpi alla cultura mafiosa, e che oggi, sempre più spesso, trova il coraggio di denunciare la violenza e gli episodi tipici degli ambienti criminali nei quali sono cresciuti i killer di Gaetano. Persone che non si sono fatte scrupoli a sparare nel mucchio e colpire un innocente, per l'ebbrezza del potere o dei soldi facili. Noi invece abbiamo il dovere di insegnare ai nostri ragazzi, tutti, senza alcuna distinzione: che dentro la violenza e la sopraffazione, dentro il culto del denaro facile non c'è alcun futuro ma una strada segnata, che finisce inevitabilmente male. Noi questa strada dobbiamo sbarrarla per sempre. Lo dobbiamo a Gaetano, ai tanti innocenti vittime della criminalità. Lo dobbiamo ai nostri figli».
«Ritrovarsi qui per ricordare Gaetano, insieme alla sua famiglia, significa che questa città non dimentica l'omicidio di un ragazzo giovanissimo, allora quindicenne, un ragazzo pulito che studiava e faceva piccoli lavoretti per non gravare sulla sua famiglia - ha dichiarato Giuseppe Galasso. Il 2 ottobre di diciassette anni fa Gaetano è stato ammazzato, a pochi passi da qui, a causa di una faida in corso tra due clan rivali, gli Strisciuglio e i Di Cosola. Anche quella sera stava lavorando, come faceva da qualche tempo, ma quei colpi sparati all'impazzata da un'auto hanno spezzato la sua vita innocente e, con essa, tutti i suoi sogni di adolescente. A tutti i ragazzi e le ragazze come Gaetano affidiamo il futuro di questa città, che negli anni ha saputo reagire e sviluppare gli anticorpi alla cultura mafiosa, e che oggi, sempre più spesso, trova il coraggio di denunciare le dinamiche violente e gli episodi di sopraffazione tipici degli ambienti criminali, nei quali sono cresciuti i killer di Gaetano. Persone che non si sono fatte scrupoli a sparare nel mucchio e colpire un innocente. È questo che dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi, tutti, senza alcuna distinzione: che dentro la violenza e la sopraffazione, dentro il culto del denaro facile non c'è alcun futuro ma una strada segnata, che finisce inevitabilmente male, e che invece è giusto impegnarsi e costruire il proprio percorso nel rispetto del prossimo e delle regole del vivere civile. Con questa cerimonia non solo vogliamo rendere omaggio a Gaetano ma vogliamo ribadire che questa piazza, questo quartiere, questa città appartengono a tutti quelli che hanno idee e valori, che faticano, che lavorano e che non sono disposti a voltare la testa dall'altra parte perché credono nella forza di una comunità che, giorno dopo giorno, diventa più forte e, così facendo, toglie terreno alla criminalità organizzata. Credo che questa sia la sfida che ci chiama tutti in causa, il modo più bello per onorare il ricordo di Gaetano e di tutte le vittime innocenti di mafia della nostra città».
La presidente del Municipio IV Grazia Albergo, che ha deposto la corona di fiori insieme all'assessore Giuseppe Galasso, aggiunge: «Ricordare Gaetano Marchitelli, vittima innocente di mafia, è un dovere morale. Lo è oggi nel giorno dell'anniversario della sua morte, e lo è ogni giorno nelle nostre azioni quotidiane e nelle scelte che compiamo. Essere qui oggi per ricordare Gaetano significa scegliere la legalità e la giustizia, significa impegnarsi contro le mafie, significa raccontarlo ai nostri figli e ai più piccoli affinché nessuno dimentichi mai. Noi non dimentichiamo Gaetano Marchitelli».
«Gaetano Marchitelli è un ragazzo solare, pieno di buoni sentimenti e progetti - il ricordo di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia. Ha 15 anni, studia sognando l'ingegneria elettronica e la sera lavora in pizzeria per guadagnarsi quella piccola paga che gli permette di non gravare troppo sulla sua famiglia. È davvero un bravo ragazzo a cui tutti vogliono bene. Il 2 ottobre di 17 anni fa, nel pieno di una sparatoria a Carbonara davanti alla pizzeria dove lavora, un proiettile lo raggiunge spezzando in un istante la sua giovane vita e il cuore della sua famiglia, del quartiere, della città».
«Non è facile descrivere a parole il senso di impotenza, rabbia, ingiustizia che si prova nell'assistere a qualcosa del genere - continua Emiliano. Quando comprendi che a terra c'è un figlio nostro ucciso "per errore" dalla mafia. Sono esperienze che segnano profondamente. Nel caso di Gaetano la sua storia non ha segnato solo le vite di chi lo ha conosciuto e amato, ma ha segnato il corso della storia di Carbonara e di Bari. Ha determinato una scossa, richiamando tutti a una scelta: decidere da che parte stare. Dopo la sua uccisione un intero popolo ha voltato le spalle alla mafia e ha iniziato un cammino, collettivo, affinché una cosa del genere non accadesse mai più. Questa lotta è sempre in atto, non finisce mai del tutto, le mafie italiane sono attive, anche nei luoghi dove sono state represse duramente come in Puglia. Il modo migliore per continuare a metterle all'angolo è unire all'attività fondamentale di magistratura e forze dell'ordine, quell'antimafia di popolo, sociale, che una storia come quella di Gaetano Marchitelli ci insegna. Caro Gaetano, tu sei nei nostri cuori, il tuo sorriso illumina il nostro cammino e noi non ti dimenticheremo mai».
«La nostra città non dimentica. Non dimentica le vittime innocenti delle ingiustizie, della mafia - scrive Antonio Decaro, sindaco di Bari. Non dimentica Gaetano Marchitelli che il 2 ottobre di 17 anni fa ha perso la vita per mano mafiosa. Un giovane studente e lavoratore che aveva tanti sogni e progetti davanti a sé, strappati via da criminali vigliacchi. Da sindaco e da rappresentante di questa grande comunità, vorrei che ciò che è accaduto a Gaetano e alla sua famiglia non si ripetesse mai più. A tutti i ragazzi e le ragazze come Gaetano affidiamo il futuro di questa città, che negli anni ha saputo reagire e sviluppare gli anticorpi alla cultura mafiosa, e che oggi, sempre più spesso, trova il coraggio di denunciare la violenza e gli episodi tipici degli ambienti criminali nei quali sono cresciuti i killer di Gaetano. Persone che non si sono fatte scrupoli a sparare nel mucchio e colpire un innocente, per l'ebbrezza del potere o dei soldi facili. Noi invece abbiamo il dovere di insegnare ai nostri ragazzi, tutti, senza alcuna distinzione: che dentro la violenza e la sopraffazione, dentro il culto del denaro facile non c'è alcun futuro ma una strada segnata, che finisce inevitabilmente male. Noi questa strada dobbiamo sbarrarla per sempre. Lo dobbiamo a Gaetano, ai tanti innocenti vittime della criminalità. Lo dobbiamo ai nostri figli».
«Ritrovarsi qui per ricordare Gaetano, insieme alla sua famiglia, significa che questa città non dimentica l'omicidio di un ragazzo giovanissimo, allora quindicenne, un ragazzo pulito che studiava e faceva piccoli lavoretti per non gravare sulla sua famiglia - ha dichiarato Giuseppe Galasso. Il 2 ottobre di diciassette anni fa Gaetano è stato ammazzato, a pochi passi da qui, a causa di una faida in corso tra due clan rivali, gli Strisciuglio e i Di Cosola. Anche quella sera stava lavorando, come faceva da qualche tempo, ma quei colpi sparati all'impazzata da un'auto hanno spezzato la sua vita innocente e, con essa, tutti i suoi sogni di adolescente. A tutti i ragazzi e le ragazze come Gaetano affidiamo il futuro di questa città, che negli anni ha saputo reagire e sviluppare gli anticorpi alla cultura mafiosa, e che oggi, sempre più spesso, trova il coraggio di denunciare le dinamiche violente e gli episodi di sopraffazione tipici degli ambienti criminali, nei quali sono cresciuti i killer di Gaetano. Persone che non si sono fatte scrupoli a sparare nel mucchio e colpire un innocente. È questo che dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi, tutti, senza alcuna distinzione: che dentro la violenza e la sopraffazione, dentro il culto del denaro facile non c'è alcun futuro ma una strada segnata, che finisce inevitabilmente male, e che invece è giusto impegnarsi e costruire il proprio percorso nel rispetto del prossimo e delle regole del vivere civile. Con questa cerimonia non solo vogliamo rendere omaggio a Gaetano ma vogliamo ribadire che questa piazza, questo quartiere, questa città appartengono a tutti quelli che hanno idee e valori, che faticano, che lavorano e che non sono disposti a voltare la testa dall'altra parte perché credono nella forza di una comunità che, giorno dopo giorno, diventa più forte e, così facendo, toglie terreno alla criminalità organizzata. Credo che questa sia la sfida che ci chiama tutti in causa, il modo più bello per onorare il ricordo di Gaetano e di tutte le vittime innocenti di mafia della nostra città».
La presidente del Municipio IV Grazia Albergo, che ha deposto la corona di fiori insieme all'assessore Giuseppe Galasso, aggiunge: «Ricordare Gaetano Marchitelli, vittima innocente di mafia, è un dovere morale. Lo è oggi nel giorno dell'anniversario della sua morte, e lo è ogni giorno nelle nostre azioni quotidiane e nelle scelte che compiamo. Essere qui oggi per ricordare Gaetano significa scegliere la legalità e la giustizia, significa impegnarsi contro le mafie, significa raccontarlo ai nostri figli e ai più piccoli affinché nessuno dimentichi mai. Noi non dimentichiamo Gaetano Marchitelli».