Bari celebra il 25 aprile. La cerimonia solenne al Sacrario militare

Decaro: «Non festeggiare la Liberazione è un errore». Emiliano: «Storia non è una partita di calcio». Pappalardo (Anpi): «Gravi le divisioni nel governo»

giovedì 25 aprile 2019 12.42
A cura di Riccardo Resta
[YOUTUBE]

Anche Bari celebra la giornata del 25 aprile, festa della Liberazione dalla dittatura fascista, di cui nel 2019 ricorre il settantaquattresimo anniversario. Cerimonia solenne questa mattina al Sacrario dei Caduti d'oltremare, alla presenza delle massime cariche civili e militari. Il prefetto di Bari Marilisa Magno, accompagnata dal sindaco di Bari Antonio Decaro, dal presidente di Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) professor Ferdinando Pappalardo e dal comandante dell'Aeronautica militare, hanno deposto una corona d'alloro sul monumento ai caduti, in memoria di chi si è sacrificato durante la Seconda guerra mondiale. In seguito un'altra commemorazione si è tenuta in corso Vittorio Emanuele, ai piedi della lapide che ricorda i partigiani della città di Bari, nei pressi del Palazzo di città.

Tema portante di questa giornata è il senso stesso della ricorrenza. Polemiche, infatti, si sono susseguite negli scorsi giorni nella maggioranza di governo, con la Lega di Matteo Salvini che ha disertato le celebrazioni per la festa della Liberazione. «Chi non festeggia il 25 aprile commette un grave errore - dice il sindaco di Bari Antonio Decaro. Questa è la festa del popolo italiano; dobbiamo essere orgogliosi di quello che siamo diventati, è giusto festeggiare». Un ricorrenza che per Bari assume un significato ancora più importante, dal momento che proprio la nostra città fu una delle capitali della Resistenza. «Bari ha avuto un ruolo importante nel periodo della Liberazione - ricorda il primo cittadino. In questa città ci fu l'esperienza di Radio Bari, e il teatro Piccinni ospitò il primo congresso del Comitato di liberazione nazionale. Un evento per cui ci è stata riconosciuta una medaglia da parte del presidente della Repubblica».

Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile
Le celebrazioni per il 25 aprile

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha aggiunto: «Capisco che dopo tanta sofferenza queste divisioni dopo 74 anni ancora resistono, ma il mio appello è veramente a tutti gli italiani, a tutti quelli che amano questo Paese, di smettere di pensare alla storia come una partita di calcio infinita dove c'è sempre una squadra da sostenere ad ogni costo. Non è un gioco, è una cosa molto più seria e grave».

Nella nostra regione nascerà un Osservatorio pugliese sui neofascismi. Il prossimo 2 maggio la sottoscrizione del protocollo d'intesa con il Coordinamento antifascista pugliese. «Il fascismo è considerato dalla Costituzione un elemento deteriore del nostro Paese, quindi un fenomeno da combattere in ogni condizione e in ogni forma - ha continuato Emiliano. E quindi è giusto che ci sia un osservatorio regionale contro il fascismo».

Critico nei confronti del clima di divisione in seno al governo anche il professor Ferdinando Pappalardo, presidente della sezione provinciale Bari di Anpi. «Ciò che è nuovo e inquietante è che il governo si divida su una festa che rappresenta la data capitale della storia della Repubblica. Un governo che trova modo di far polemica e di manifestare orientamenti diversi è pericoloso. Non si tratta delle solite sceneggiate di certi figuri che coltivano un'assurda nostalgia: ciò che va stigmatizzato è che le istituzioni dello Stato non trovino in questa giornata motivo di condivisione».